Avvocato bavarese di 65 anni. 

Da giovane obbiettore di coscienza.

Dopo la laurea in Giurisprudenza fa pratica legale presso il tribunale di Konstanz, in uno studio a Rovereto e al tribunale di Ravensburg. Nell’88 apre il suo studio legale a Lindau, dove vive tutt’oggi, specializzandosi nella tutela dei migranti richiedenti asilo (in concomitanza con la grande fuga dei curdi dalla Turchia).

Nel 1992 muore suo padre, e lui e la sua famiglia (madre, una sorella e un fratello), incontrano “l’altra famiglia”, ovvero i 5 figli che il padre ebbe della prima moglie.

Nel ’92 si sposa con Ayla Sürer, giovane avvocatessa turca di origine curda e insieme hanno tre figli, due femmine e un maschio.

Nel 2002 inizia a interrogarsi sulla partecipazione di suo padre al Reich e nel 2004 scopre che era stato nelle SS. L’unità in cui il padre era arruolato – il 16° plotone della Divisione Reichsführer, comandata dal famigerato Walter Reder – sterminò nella sola Lunigiana, nell’estate del 1944, più di 400 civili, compresi donne e bambini. Joseph Maier, questo il nome del padre, non fece mai parola dei suoi trascorsi, ma le carte che Udo trova confermano le sue responsabilità.

Udo decide allora di cambiare cognome e di venire in “pellegrinaggio memoriale” in Italia, “per cercare di fare qualcosa”.

Fare qualcosa, per Sürer, voleva dire intraprendere un percorso di riconciliazione e ricucire le ferite di una memoria storica che ha continuato a gettare ombre sul presente. 

Da allora ha visitato Marzabotto, Guardistallo, Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo-Monti, Valla, Bardine e Vinca di Fivizzano, raccogliendo le testimonianze dei parenti di coloro che furono barbaramente uccisi dai nazisti.

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22 Luglio 2015