Terza tappa di “Nel mezzo del Cammin”, all’inseguimento di Dante e Virgilio nel loro percorso verso il bene, la salvezza e la felicità. In questa puntata ci si addentrerà nel testo della Vita Nova, nel racconto di quella straordinaria avventura che è l’amore di Dante per Beatrice. La Vita Nova infatti, l’incontro con Beatrice e la sua morte inaspettata e fatale, è per Franco Nembrini l’origine della Divina Commedia. Saranno tre le parole che segneranno lo svolgimento della puntata, tre termini che reggono l’impianto della Divina Commedia e segnano profondamente la nostra idea di Uomo. La prima, la memoria: non a caso l’incipit della Vita Nova recita proprio le parole “in quella parte del libro della mia memoria”. La memoria è quella facoltà che aiuta il presente ripescando nel magazzino dei nostri ricordi: una musica, una poesia, un canto, che aggiunge ad ogni momento che passa un mattone alla nostra personalità. La seconda parola è desiderio: l’uomo è infatti desiderio, da de-sidera, cioè rapporto con le stelle, perciò la famosa chiusa delle tre cantiche con la parola “stelle”. Desiderio di felicità, rapporto con l’infinito e l’eterno, e perciò ricerca della Verità, dell’infinito e della bellezza. La terza è infine amicizia: nei racconti di Dante veniva espresso un forte sentimento di amicizia, vero, profondo, che oggi non riusciamo a ricordare o a mettere in pratica. Al contrario in Dante l’amicizia non è una consonanza di interessi, ma un’idea fondata sul riconoscimento di una cosa grande vissuta insieme, per cui “vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ‘l disio”.

18 Dicembre 2015

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