Libanese, francescano, Vicario apostolico nonché volto del Papa ad Aleppo, capitale cristiana della Siria. È stato a servizio della Custodia di  Terra Santa per molti anni., parrocco a Gerusalemme, a Betlemme, nella stessa Aleppo. Una voce di condanna dell’ipocrisia delle grandi potenze che continuano a vendere armi, con 470mila morti in cinque anni in Siria e sei milioni e mezzo di profughi.  “Aleppo è stata sempre una città cosmopolita, situata in quella che chiamano la via della seta. Città di  mercanti, soprattutto italiani, delle repubbliche marinare, e delle altre potenze, come la Francia, l’Austria. Da sempre veri gruppi vivevano in pace, in armonia, io li paragonavo a un bel mosaico, che oggi stanno cercando di distruggere e di limitare a un colore solo, il nero. Oggi Aleppo è divisa, quasi a metà sotto il controllo di gruppi armati e l’altra metà sotto il governo, dove tutti le componenti storiche sono presenti, compresi i cristiani. Anzi, la convivenza diventa sempre più profonda, nonostante tutto. Quelli che stanno cercando di fare più divisioni non sono i siriani, e nemmeno l’opposizione siriana, ma i combattenti stranieri radicali, che stanno seminando questo radicalismo”.

6 Maggio 2016

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