Perché in Oman? E dov’è l’Oman? E che c’entra il teatro? Domande legittime, ma basterà seguire lo Speciale Oman in onda martedì 7 giugno alle 22.50  per capire perché Michele Sciancalepore si è spinto con le telecamere di Retroscena fino alla penisola arabica. E il teatro ovviamente c’entra, c’entra… Attraverso un originale ed esclusivo reportage con immagini mozzafiato tra deserti, Grand Canyon e mari cristallini, infatti, si dimostrerà l’esistenza di un paese che fa del dialogo, dell’accoglienza e della convivenza pacifica le sue “armi” per creare un ponte fra Oriente e Occidente, fra l’Islam e il Cristianesimo! Un’utopia reale, un’oasi di tranquillità che ha dimostrato che con la cultura si può mangiare e con la bellezza si può tentare di salvare il mondo! Una monarchia ricca ma che da qualche decennio, infatti, ha scelto di diversificare le proprie risorse non puntando più solo ed esclusivamente sui proventi del petrolio ma anche su turismo e cultura. Una modernizzazione voluta fortemente da un sultano illuminato che risponde al nome di Qabus Bin Said, il quale dal 1970 – anno della sua ascesa al potere – ha operato in direzione di un diffuso benessere economico e sociale. Punta dell’iceberg di un investimento massiccio e costante in istruzione e cultura la Royal Opera House di Mascate, capitale dell’Oman: un prodigio tecnico e architettonico e un luogo stupefacente in cui la musica e le arti performative rappresentano strumenti potenti di dialogo e armonia tra Oriente e Occidente. Retroscena vi accompagnerà alla scoperta dei segreti di questo teatro più unico che raro tra i paesi del Golfo persico che vanta co-produzioni di respiro internazionale e una direzione tutta italiana, quella di Umberto Fanni – direttore artistico della Royal Opera House dal 2014 – che in un’intervista esclusiva ci spiegherà, insieme al Principe Kamil Al Said e al ministro dell’Istruzione Rawya Al Busaidi, come il teatro rappresenti per l’Oman una preziosa e ormai insostituibile occasione di incontro fra la cultura islamica e quella europea e internazionale. Il reportage continuerà poi raccontando altri aspetti di questo lembo di terra grande quanto l’Italia in cui la corrente islamica moderata dell’ibadismo ha creato condizioni eccezionali di dialogo, tolleranza e pacifica convivenza religiosa. Lo testimonia l’incontro con padre Raul Ramos, cappuccino di 62 anni e dal 2007 alla guida della Chiesa cattolica di San Pietro e Paolo di Mascate. Una parrocchia che richiama 25 mila fedeli di diverse nazionalità, in prevalenza indiani, filippini, pachistani, nepalesi, ma anche libanesi ed europei i cui terreni sono stati donati dal generoso sultano Qabus Bin Said. A fare da filo conduttore al viaggio di Retroscena la maestosità, la vastità e il silenzio del deserto, luogo di contemplazione dal quale risuonerà un invito a cercare le verità essenziali trattenendo con sé solo ciò che vale: l’apertura e l’accoglienza nei confronti del prossimo. Perché, come insegna un famoso proverbio arabo: «Se stringi nel pugno la sabbia del deserto non riuscirai a trattenerla. Se lasci aperta la tua mano, si riempirà di sabbia».

3 Giugno 2016

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