Lunedì seconda serata

Le nostre telecamere sono entrate nell’Abazia di Montevergine e hanno documentato, per la prima volta, l’operazione segreta in cui il Sacro Lino è stato trasportato, per timore che Hitler e i nazisti potessero rubarlo, dal Duomo di Torino al Santuario di Montevergine, in Irpinia. Qui la Sindone resterà nascosta più di 6 anni: dal 25 settembre1939 al 29 ottobre 1946, data del verbale di riconsegna (la disposizione di Umberto II di Savoia porta la data del 10 giugno 1946). Foto, documenti, verbali, lettere (l’allora Sostituto alla Segretaria di Stato, Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, inviò all’Abate di Montevergine un telegramma per discutere i dettagli dell’operazione) registri che testimoniano come i Savoia (che ne erano i proprietari) e il Vaticano sono riusciti a salvare la Sacra Sindone dalle mani di Hitler che ne era ossessionato. Infatti lui e molti aderenti al Partito Nazista nutrivano un interesse morboso per l’esoterismo e per i presunti grandi poteri che alcuni oggetti particolari, tra cui le più importanti reliquie cristiane, pensavano potessero avere. Per questo si misero alla ricerca del Santo Graal, della lancia di Longino e, appunto, della Sindone di Torino. La Sacra Sindone arrivò al Santuario di Montevergine a settembre del 1939 Fu presa in consegna dall’Abate e dal Priore, che la nascosero nel retro dell’altare, mentre tutti gli altri monaci rimasero sempre all’oscuro di tutto, fino alla fine della guerra. Il 29 ottobre 1946 fu riportata a Torino. Dalla puntata di “Indagine ai Confini del Sacro” andata in onda il 2 maggio 2015.

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15 Giugno 2015