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Giorgio Brancia ha intervistato Pina, 61 anni, pensionata: «Per le cure dei miei ho speso 30.000 euro. E mi sono trasferita a casa loro, a Tivoli». Pina lavorava a Roma, ma ormai in città va «solo per pagare le bollette». Suo padre Paolo ha 89 anni ed è cardiopatico: 3 anni fa è stato colpito da una sincope che poco alla volta ha indebolito tutti i suoi muscoli. Alla madre Ada, 86 anni, nel 2013 è stata diagnosticata la demenza senile: adesso ci sono dei momenti in cui «parla sempre, anche per 30 ore di fila. Peggiora di giorno in giorno» dice Pina. «Lo scorso novembre è caduta, si è rotta un femore. Quando è tornata casa era piena di piaghe da decubito. L’ho dovuta curare io». Privata è la cura, private sono anche le spese. «Pannoloni, visite mediche, farmaci. In casa ci sono le 2 pensioni di accompagnamento di mamma e papà, di 508 euro al mese l’una, e la mia pensione: ce la facciamo per un pelo. Da quando mia madre è caduta sono andati via almeno 30.000 euro tra dottori e visite specialistiche. In questi casi o hai due soldi da parte o niente». Pina non ha figli: «Sono single e paradossalmente ciò mi ha reso più facile gestire la situazione».

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24 Maggio 2017