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Yvan Sagnet ha appena trent’anni, è nato a Douala, in Camerun, è  ingegnere e scrittore, attivista politico senza partiti, diventato noto per il coraggio con cui animò la celebre rivolta contro i caporali, nelle terre salentine dove lo Stato tollerava l’infamia dello sfruttamento del lavoro nero, soprattutto di migranti, costretti alla raccolta dei pomodori in condizioni lavorative e di vita disumane. Lui osò dire no, rischiando la vita, e convincendo compagni di sventura pavidi e miseri a bloccare l’autostrada, attirando l’attenzione mediatica e finalmente politica, che portò alla storica benchè tardiva legge contro il caporalato. Per questo il ragazzo venuto dal Camerun è Cavaliere della Repubblica italiana “per il suo contributo all’emersione e al contrasto dello sfruttamento dei braccianti agricoli”. Per questo ha scritto la sua storia in un libro, e un altro ancora, per testimoniare che questo sfruttamento non è affatto concluso, e non riguarda solo la Puglia, o il Meridione d’Italia.

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9 Gennaio 2017