Pope Francis pays visit to Italian President NapolitanoRoma, 16 dicembre 2016 – “Il mio personale augurio all’Italia è che i problemi non dividano ma creino l’opportunità per suscitare forze che privilegino il dialogo al contrasto e che si cerchino forme di rispetto reciproco. Ultimamente nella società italiana si sono verificate diverse lacerazioni”. Lo ha detto il sostituto della Segreteria di Stato vaticana, mons. Angelo Becciu, in una lunga intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, in onda nella versione integrale domenica 18 dicembre alle ore 19.50 durante la trasmissione ‘Il portone di Bronzo’ a cura di Rita Salerno.
“Al popolo italiano – ha aggiunto mons. Becciu – auguro che il 2017 sia un anno in cui si cerchi di trovare soluzioni per i numerosi problemi e che si ritrovi un ambiente di serenità, di riconciliazione e di collaborazione”.
Mons. Becciu, nell’intervista alla Radio della Cei, ha affrontato diversi temi tra questi la riforma della Curia Romana: “La riforma va avanti, è strutturale e richiede tempo per potersi incanalare nella giusta direzione. Vi è stata anche la riforma del dicastero che si occupa dei media: il Pontificio Consiglio per le comunicazioni che è diventato Segreteria per le comunicazioni. Lì c’è stato un ribaltamento della precedente situazione. Anche in Segreteria di Stato cambierà qualcosa, bisogna adattarsi ai tempi ma manterrà comunque il suo ruolo di perno e coordinamento dei vari dicasteri. E’ il braccio esecutivo e immediato del Santo Padre”.
Infine un ricordo personale e l’emozione nel “rivedere i Paesi e le persone che conosco”. In particolare, ha sottolineato mons. Becciu, “ritornare a Bangui e nella Repubblica Centrafricana è stato un colpo al cuore perché è stata la prima nazione dove sono stato inviato come nunzio apostolico trent’anni fa. Ritrovarla oggi, a distanza di tanto tempo, in uno stato di guerra civile mi ha colpito molto perché quando andai io, anche se povero, era un Paese in pace. Atterrato all’aeroporto ho visto che tutto era cambiato in peggio perché ho trovato gli accampamenti militari. La visita di Papa Francesco ha portato però qualcosa di buono: la pace e una tregua tra cristiani e musulmani”.

16 Dicembre 2016