La passione di raccontare storie

Dal 16 febbraio tutti i mercoledì – Di Alessandro Sortino, con Alessandro Sortino e Claudia Benassi 

 

Torna su Tv2000 ‘Le pietre parlano’, la docuserie di Alessandro Sortino, condotta dall’autore insieme a Claudia Benassi, sulla Roma cristiana dal I al III secolo. La docuserie completa in onda da mercoledì 16 febbraio ore 21.40.

Prima stagione: 16 e 23 febbraio.
Seconda stagione: 2 e 9 marzo.
Terza stagione: 16, 23 e 30 marzo.

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La prima stagione della docuserie ‘Le pietre parlano’ racconta l’arrivo del Cristianesimo a Roma, dalle testimonianze dei primi ebrei che avevano accolto l’annuncio della resurrezione di Cristo fino al martirio degli apostoli Paolo e Pietro.

“Tu sei “pietra” e su questa Pietra costruirò la mia Chiesa” disse Gesù ad un pescatore. Cominciò allora una storia straordinaria, che oggi può essere raccontata facendo parlare le pietre della città da cui tutto è cominciato: Roma.

I conduttori Alessandro Sortino e Claudia Benassi, nel traffico e nella confusione di una grande città moderna, seguono le tracce lasciate dai protagonisti romani del Vangelo, tra basiliche, catacombe, strade e scavi. Entrano in luoghi inaccessibili al pubblico e, con l’aiuto di esperti archeologi, biblisti e teologi, mostrano le testimonianze di quegli anni cruciali, tra il 30 e il 70 d.C., che hanno segnato la storia del Cristianesimo.

L’idea è quella di raccontare in parallelo la nascita del Cristianesimo e la trasformazione di Roma in capitale imperiale, e il modo incredibile in cui una comunità di emigrati, di schiavi e di persone comuni, guidate da Pietro, un pescatore, e da Paolo, un costruttore di tende, hanno finito per conquistare in senso spirituale l’impero più potente della storia dell’Occidente.

Nella prima puntata si parte dalla Roma cosmopolita e in espansione dell’età augustea per arrivare al periodo neroniano, quello in cui Paolo giunse da prigioniero nella Capitale dopo aver affrontato il lungo e avventuroso viaggio in nave narrato da Luca negli Atti degli Apostoli.
Nella seconda puntata dai luoghi della predicazione di Paolo a Roma, si racconta la contemporanea presenza di Pietro fino ad arrivare alla carcerazione e al martirio dei due padri della Chiesa, sulle cui tombe, poste nelle Basiliche di San Paolo e San Pietro, pregano ogni anno milioni di pellegrini di tutto il mondo.

Le pietre parlano scritto da Alessandro Sortino, condotto da Alessandro Sortino e Claudia Benassi, prodotto da Fremantle per Tv2000.

Gli autori sono Alessandra Ferrari e Chiara Guerra; regia di Francesco Medosi.

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La seconda stagione di ‘Le pietre parlano’ si snoda attraverso le location archeologiche che legano le vicende della comunità cristiana a quelle del potere imperiale.

Attenendosi con rigore alle fonti scritte e si cerca nel groviglio archeologico della città di Roma un filo narrativo per attraversare luoghi coerenti con i fatti narrati. Ogni parte del racconto si collega e insieme illustra un luogo o un monumento: dal Colosseo all’arco di Tito, dai fori alle Domus imperiali, dalle catacombe alle basiliche.

Dopo il martirio sotto Nerone dei santi Pietro e Paolo, si susseguono le vicende della Chiesa di Roma negli anni che vanno da Vespasiano a Traiano.

Le nuove tappe di questo viaggio si snodano, dunque, tra il 67 e il 107 d. C. e ripercorrono la separazione tra cristianesimo ed ebraismo dopo la distruzione del tempio, la persecuzione di Domiziano, la conversione delle famiglie di rango senatorio, il passaggio misterioso dell’apostolo evangelista Giovanni a Roma, il martirio nel Colosseo di Ignazio, vescovo di Antiochia. Il tutto intersecato con le vicende e l’evolversi del potere imperiale che proprio in quegli anni diventa assoluto: dal principato al dominato.

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Nella terza edizione, il programma racconta la Roma dei cristiani del terzo secolo.

Prosegue dunque il racconto della storia della Chiesa di Roma ai tempi dell’impero romano, attraverso il viaggio nei luoghi che conservano la memoria dei fatti, tra archeologia, arte e memoria devozionale.
In tre puntate, i drammatici ed eroici fatti del terzo secolo dell’era cristiana. Da una parte la Chiesa non riesce più a stare nascosta: per sua natura tende ad emergere e portare alla luce la sua testimonianza, approfittando dei momenti di relativa tolleranza da parte di chi amministra il potere. Dall’altra la persecuzione dello stato romano cessa di essere episodica e si fa via via sistematica e organizzata, colpendo non più i singoli cristiani, come era in principio, ma proprio la Chiesa come comunità, come organizzazione e come gerarchia.
Il martirio dei Papi, dei presbiteri, dei diaconi e delle donne e degli uomini della comunità, porterà alla fine del secolo un imperatore, Costantino, a convertirsi e ad ammettere e riconoscere, nel 313 D.C., il culto cristiano tra quelli leciti, dopo più di tre secoli di persecuzioni, torture ed esecuzioni capitali. Da quel momento il cristianesimo diverrà presto la religione prevalente in ogni parte dell’impero.

 

Puntate:
LA CHIESA VIENE ALLA LUCE
Con l’imperatore Adriano l’impero romano vive un periodo di pace, i confini vengono consolidati, l’amministrazione romana spinge i tanti popoli che abitano i territori dell’impero ad integrarsi. Così anche i culti non leciti, come il cristianesimo, vengono di fatto tollerati, purché non creino problemi di ordine pubblico. Per questo la Chiesa di Roma in quel periodo, con Papa Aniceto, si trova ad occuparsi di più delle nascenti eresie, che delle persecuzioni imperiali. Ma questo periodo di pace relativa è destinato a finire. Sotto Marco Aurelio ricominciano le pressioni dei barbari sui confini, e le legioni attraversando i territori dell’impero per andare a difenderli, diffondono una terribile peste tra le popolazioni urbane. Alla luce di quanto sta avvenendo, i cristiani ricominciano, allora, ad essere considerati nemici dello stato per il loro rifiuto di compiere sacrifici agli dei di Roma, attirandone l’ira. L’imperatore Marco Aurelio – un raffinato filosofo- riceve le lettere di un altro filosofo, Giustino, giunto a Roma per dimostrare la razionalità del cristianesimo e la sua perfetta compatibilità con i valori di fondo dell’impero romano. Ma il dialogo non porterà ad una comprensione e Giustino finirà martirizzato insieme ai suoi discepoli e per questo proclamato poi Santo dalla Chiesa. La sua testimonianza resta fondamentale nella storia della Chiesa: a lui si deve la più antica e commovente descrizione dei Sacramenti che venivano celebrati dalla comunità cristiana, che, allora, si riuniva nelle case e non ancora nelle chiese.
In seguito, quando a Roma arriverà la dinastia dei Severi, la Chiesa vivrà un periodo di relativa tranquillità e ne approfitterà per costruire l’embrione della sua organizzazione. Un papa geniale, San Callisto, istruirà il primo cimitero pubblico dei cristiani, che ancora oggi porta il suo nome, e che diventerà una sorta di luogo di preghiera e di riunione per la comunità. Ma anche San Callisto verrà ucciso a Roma durante i tumulti seguiti alla deposizione dell’imperatore ragazzino Eliogabalo, devolto al culto del dio sole.

IL TEMPO DEI MARTIRI
La Chiesa ha una sorta di sede: il cimitero di San Callisto. E comincia a darsi una organizzazione territoriale. Non esistono ancora le chiese, ma Papa Fabiano, un vescovo contadino scelto perché una colomba si posò sul suo capo durante l’assemblea della comunità, divise la città di Roma in sette diaconie affidandone ciascuna a un suo fidato collaboratore: il diacono appunto, che divenne “il suo occhio, il suo orecchio, il suo cuore e la sua anima” presso il popolo.
Il compito dei diaconi fu quello di occuparsi dei poveri. E la cosa avvenne con tale efficienza da disturbare il potere imperiale che assisteva al nascere una sorta di organizzazione pubblica concorrente di quella statale. Ricominciarono dunque le persecuzioni. Papa Fabiano morì in quella ordinata dall’imperatore Decio che obbligò i cristiani a richiedere una sorta di certificato di ammissione alla vita pubblica, ottenibile a patto di compiere sacrifici agli dei di Roma. Chi si rifiutava era condannato a morte.
Nel 258 D.C. l’imperatore Valeriano ordinò poi la prima persecuzione ufficialmente rivolta contro la gerarchia cattolica, allo scopo di distruggere la nascente organizzazione e sequestrarne i beni. Papa Sisto venne ucciso mentre diceva messa nel cimitero di San Callisto, e con lui i suoi diaconi. Il martire più famoso di quel periodo è San Lorenzo, particolarmente venerato dal popolo di Roma in quanto simbolo e segno della cura della Chiesa per i poveri. Nella città esistevano più di trenta chiese a lui dedicate, oggi ne restano sette. Visitandole si compie una sorta di pellegrinaggio che consente di raccontare la sua storia fino al suo sepolcro: la grande e antica basilica di San Lorenzo fuori le mura.
L’impero, nonostante gli appelli agli dei pagani, continua a sprofondare in una crisi che sembra senza uscita, fino a che non trova l’uomo che sembra in grado di rimettere le cose a posto: l’imperatore Diocleziano. Diocleziano divide l’impero in quattro parti per facilitarne l’amministrazione e indice una persecuzione contro i cristiani e contro gli altri culti diversi da quelli ufficiali, con il dichiarato compito di eliminarli. Comincia l’eroica epoca dei santi martiri. Tra loro moltissime donne. Racconteremo la storia di due martiri romani, Santa Susanna e San Sebastiano. La venerazione che otterrà il secondo ci porterà a conoscere un luogo davvero unico, quello dove provvisoriamente furono portati i corpi di San Pietro e San Paolo per nasconderli alla polizia imperiale che ne vietava il culto. La Basilica di San Sebastiano che non a caso anticamente aveva un altro nome: Basilica Apostolorum.

LA RIVOLUZIONE DI COSTANTINO
L’organizzazione amministrativa voluta da Diocleziano, che divise l’impero in quattro parti, si dimostra subito assai fragile. I figli degli augusti e dei cesari rivendicano il loro ruolo. A Roma Massenzio intende restaurare tradizione e culti pagani. Costantino scende in Italia per combatterlo. A Ponte Milvio avviene la famosa battaglia che deciderà le sorti della storia e del cristianesimo. Costantino vinse, secondo la tradizione, dopo aver avuto una visione della Croce e, a poco a poco, tradurrà la sua fede giovanile (era monoteista, fedele di un culto solare) nella fede cristiana. I tempi di questa conversione costituiscono ancora oggi un giallo che affascina gli studiosi. Sicuramente Costantino intuisce che il cristianesimo non può essere estirpato e che anzi può rivitalizzare l’impero grazie al modello di vita che propone ai membri della comunità. Costantino però da soldato e da uomo di stato qual è, non si limita a legittimare le chiese, ma intende influenzarle, e soprattutto pacificarle, visto che le divisioni al loro interno turbavano la pace dell’impero. Per cui convoca sinodi e concili tra cui il fondamentale Concilio di Nicea in cui si redasse il Credo che ancora recitiamo a Messa.
Costantino fonderà Costantinopoli e abbandonerà Roma, dopo aver dato avvio alla costruzione delle più importanti basiliche cristiane che esistono ancora oggi: tra cui la basilica di San Pietro e quella di San Paolo.
Papa Silvestro sarà così il primo Pontefice a sedere sulla cattedra apostolica al centro della magnificente Basilica di San Giovanni in Laterano, in origine intitolala al Santissimo Salvatore, la prima basilica ad essere costruita, insieme al battistero, con la magnificenza dei palazzi imperiali proprio grazie ai possedimenti dell’imperatore Costantino donati alla Chiesa.
Dopo essere stata perseguita per tre secoli, la Chiesa di Roma, in assenza di Costantino, diventerà di fatto l’erede della tradizione imperiale della città eterna. La storia insomma ha cambiato corso. Il cristianesimo attraverso il sangue dei martiri ha trovato la sua strada per diventare la luce degli uomini.

13 Gennaio 2022