In Italia diverse pianure sono nate da terreni alluvionali e acquitrinosi, che una volta bonificati, sono diventati piane rigogliose e fertili come quella che visitiamo con la seconda puntata di New Farmers: la piana del Fucino, nel cuore dell’ Abruzzo. L’economia fucense è prevalentemente agricola con una verticalizzazione della filiera che, inziando dalla produzione, si completa con la lavorazione e il confezionamento dei prodotti. Le caratteristiche pedoclimatiche e il fatto che il bacino si trovi ad una altitudine di circa 700 metri, fanno si che le produzioni agricole in generale e in particolare le orticole, assumano peculiarità organolettiche tali da essere apprezzate e riconosciute dai consumatori. I primi agricoltori dei Fucino arrivarono dall’Italia meridionale circa 6.800 anni fa ed impiantarono sedi stabili, basate sull’agricoltura (cerali e leguminose) e sull’allevamento di bovini, caproni e maiali. Dal momento poi del prosciugamento del grande lago, il Fucino è stata prevalentemente coltivata inizialmente a foraggio e cereali, poi a barbabietola e patata, ma la vera forza di questa terra è l’orticultura, iniziata con la carota, introdotta negli anni ’70. Da allora la gamma delle specie orticole si è arricchita di anno in anno, con quote di terreno coltivato sempre maggiori: la carota continua però a predominare con il 33,9% del terreno, segue il finocchio con il 30,55 e poi il radicchio con il 16,2%. L’elevata qualità dei prodotti fucensi è data oltre che dalle caratteristiche chimico-fisiche dei terreno anche dall’utilizzo che gli agricoltori stessi ne fanno. L’attenta rotazione e la coltivazione per meno di sei mesi nell’arco dell’intero anno, dovuta ad inverni molto rigidi, permettono al terreno di liberarsi da eventuali patogeni animali e vegetali presenti, sanificando il terreno riducendo di molto l’apporto del chimico. Qui conosciamo Antonio Cambise, la cui storia ci riporta agli anni ’60, quando il babbo Attilio ha iniziato ad occuparsi della coltivazione di ortaggi a pieno campo, un’attività allora agli inizi, oggi un vero motore economico per il territorio. Oggi Antonio, con i suoi 2 fratelli e 10 tra figli e nipoti, è alla 4° generazione di imprenditori . La sua azienda conta 150 addetti, 450 ettari di terreno coltivato, di cui più della metà in proprietà, suddiviso tra carote, tutti i tipi di insalate, patate, radicchio, sedano, spinaci, prezzemolo, finocchi, cavoli e cavolfiori per un totale di 16.000 tonnellate annue di prodotto. Con lui capiamo il valore di unirsi in gruppi di imprenditori, come strategia per adeguarsi alle sfide del mercato ed a una sempre più esigente, attenta e rapida domanda. Con le regine della terra del Fucino, carote e patate IGP, lo chef coinvolto nella puntata delizierà anche i palati dei telespettatori con alcuni piatti tipici.

Il programma è cofinanziato dalla Commissione Europea (AGRI-2017-0170 NEW FARMERS) e realizzato con la consulenza tecnico-scientifica di Confagricoltura.

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11 Gennaio 2018

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