Martedì in seconda serata

La solitudine, l’alienazione e la chat che sostituisce l’incontro sono i rischi e le paure vissute nel viaggio che Retroscena propone in questa puntata dedicata alla Biennale di Venezia 2020, prima della chiusura dei teatri. Michele Sciancalepore ha incontrato alcuni di quei giovani, il talentuoso regista Giovanni Ortoleva e la spiazzante compagnia d’avanguardia veronese Babilonia Teatri, che hanno trovato spazio scenico nazionale grazie alla lungimiranza e al coraggio del direttore artistico Antonio Latella. Questo e altro a Retroscena – I segreti del teatro in onda venerdì 13 novembre in seconda serata su TV2000.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

La Biennale di Teatro 2020 propone ogni anno spettacoli e appuntamenti con i protagonisti più importanti della scena teatrale contemporanea. In questa 48^ edizione, firmata dal direttore artistico uscente Antonio Latella, il tema proposto è stato la “censura” con un ampio spazio dedicato alla valorizzazione del teatro italiano. “L’ultimo atto della mia direzione – rivela Latella – doveva essere qualcosa di coraggioso per il mio Paese, per dimostrare che i talenti sono tantissimi ma poco curati”. In scena dunque quei contesti artistici che conquistano la critica ma non trovano programmazione nei teatri istituzionali, realtà costituite molto spesso da giovani “la cui forza di raccontare dimostra come il teatro – continua Latella – goda di ottima salute”.
Un under 30, infatti, è il fiorentino Giovanni Ortoleva, classe 1991, uscito dal College di Regia della Biennale, che porta in scena I rifiuti, la città e la morte dramma maledetto di Rainer Werner Fassbinder, censurato nella Germania negli anni ’70 perché accusato di essere antisemita e per questo arrivato sulla scena dopo quasi tre decadi. “È il racconto di un’umanità ai margini, condita di morte, che vive di soprusi e violenza ma che parla di oggi – dice Ortoleva a Retroscena – perché ci fa riflettere da dove arriviamo e sulla nostra capacità di stare con gli altri”.
Ancora l’alienazione (e nostalgia del corpo) è al centro di Natura morta scritto e diretto da Valeria Raimondi ed Enrico Castellani dei Babilonia Teatri che presentano una scena vuota dove il pubblico è il protagonista passivo. Sono infatti gli spettatori la natura morta del titolo, chiamati a partecipare all’inazione drammaturgica attraverso una chat di gruppo che rappresenta ormai il modo più diffuso di conoscere e relazionarsi. Siamo destinati a questo, al vuoto, alla morte? “Dobbiamo fare i conti con il grande esodo dell’umanità dal mondo reale a quello virtuale” dice Valeria Raimondi a Retroscena. Una morte paventata, preludio però per una resurrezione secondo Antonio Latella che conclude: «Se la tecnologia ci ha fatto piegare la testa, il teatro resta l’unico spazio in cui devi per forza alzarla».
In conclusione, la rubrica CheTeatroFa che, dopo la chiusura dei teatri dovuta all’emergenza Covid, rileva le temperature teatrali delle numerose iniziative on line o in streaming che proliferano nella rete. A seguire l’appuntamento con la “sand artist” Gabriella Compagnone che anche quest’anno realizzerà in esclusiva per Retroscena le sue emozionanti creazioni sulla sabbia.

 

11 Novembre 2020

  •  

  • Il libro di Retroscena