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Dopo il secondo conflitto mondiale il mondo era diviso in due blocchi contrapposti. Da una parte l’Urss con i suoi Paesi satellite, dall’altra gli Usa e la Nato. La corsa alla conquista spaziale sia per gli Usa che per l’Urss è una dimostrazione di potenza. Così la missione dello Sputnik prima e quella dello Sputnik 2 dopo rientra in questa gara che verrà vinta prima dall’Unione Sovietica con Yuri Gagarin, primo uomo in orbita nello spazio, poi dagli Usa con la missione Apollo del 1969 con lo sbarco sulla Luna.

Il 1957, però, segna un fatto che fece discutere molto l’opinione pubblica. L’invio sullo spazio della cagnetta Laika. Il suo vero nome era Kudrjavka, che in russo significa “ricciolina”. Nella capsula spaziale c’erano cibo e acqua per far sopravvivere Laika per qualche giorno, ma la missione spaziale lanciata dal capo del Soviet Supremo Nikita Krusciov il 12 ottobre dello stesso anno, non prevedeva rientro. La sorte di Laika venne segnata dunque fin dall’inizio.

I giornali occidentali ne parlarono ampiamente. La Domenica del Corriere dedicò la copertina a Laika. Morì dopo 7 ore di sbalzi di temperatura dovuti a un guasto al sistema di refrigeramento all’interno della capsula.

Da molti media fu descritta come il primo essere vivente ad essere lanciato in orbita. La cagnetta, una randagia dei sobborghi di Mosca venne reclutata per la sua docilità e la sua piccola taglia.

Per le missioni Sputnik si selezionarono in tutto tre cani: Albina, Muschka e appunto Laika. Albina infatti fu la prima ad assolvere un volo orbitale e sarebbe stata destinata a sostituire Laika. Tutte e tre le cagnette furono sottoposte a una preparazione molto faticosa diretta da Oleg Gazenko, responsabile del programma spaziale.

Il periodo della “guerra fredda” era un contesto storico in cui la sfida per la conquista dello spazio era tra le priorità di Urss e Usa.

1 Novembre 2018