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Da “democrazia nascente” con il suo primo presidente Habib Bourguiba, la Tunisia è diventata una “democrazia calante” con Zine El Abidine Ben Ali, la cui politica di “cambiamento” e di modernizzazione celava un capillare controllo autoritario e una prassi repressiva, giustificata dietro la bandiera della lotta contro il terrorismo. Sebbene privato di dignità e libertà, il popolo tunisino ha saputo reagire. Con la rivolta del gennaio 2011 e la messa in fuga del dittatore Ben Ali, la Tunisia ha respirato la libertà: libertà di scegliere, libertà di agire, libertà di parlare, libertà di esprimersi. La Tunisia sta vivendo oggi un processo di transizione democratica attraversato da ombre e inquietudini. Ma, come sostiene questo libro, “siamo di fronte al punto di partenza di un processo di democratizzazione che sino a qualche tempo fa sembrava solo un sogno”. Resterà la Tunisia un paese aperto e transculturale? Partendo da questo interrogativo l’autrice di origine italo-tunisina ripercorre il cammino dell'”altro suo paese” dall’indipendenza ai giorni nostri, mostrandoci i forti legami tra quella terra e l’esperienza europea.

Ecco il libro di Leila El Houssi 

19 Febbraio 2019