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Una vita spesa al servizio della Chiesa e della sede apostolica.Una figura, quella di Mons. Nazareno Patrizi, che emerge nitida dagli archivi per essere studiata e riscoperta attraverso un volume frutto di una ricerca durata due anni. I principali archivi sono stati l’Archivio Segreto Vaticano, l’Archivio Diocesano di Palestrina, l’Archivio dell’Abbazia Territoriale di Subiaco e l’Archivio Storico Diocesano di Roma.

L’autore ripercorre con Mons. Nazareno Patrizi (1866-1958) la storia di un’epoca, che va dalla fine dello Stato Pontificio a tutto il pontificato di Pio XII.

Mons. Nazareno Patrizi fu dunque un fedele servitore della Sede Apostolica, prima sotto Leone XIII come inviato presso le Corti di Madrid e Vienna e successivamente con Pio X, che lo incaricò di svolgere uno studio sull’imprescrittibilità della legge sulle guarentigie, il quale porterà alla vittoria della Sede Apostolica contro la fazione anticlericale del parlamento italiano. Oggi, a novant’anni dai Patti Lateranensi, la figura di Mons. Nazareno è quanto mai attuale e per questo l’autore del libro “Mons. Nazareno Patrizi. La vita, il pensiero, la fede di un prelato originario di Bellegra”, Davide Bracale, ne cogli tutti i diversi aspetti della sua vita di impegno. I suoi studi giuridici sulla “questione romana” sono una viva testimonianza delle immense problematiche che l’esproprio dei domini ecclesiastici portò dopo l’unità d’Italia.

Esperto giurista e canonista di livello, Decano degli Avvocati Rotali, a lui si appellarono personalità come la contessa Anna Gould e l’arciduca Giuseppe Francesco.

Allievo di spagnolo del Beato Mons. José Alvarez-Benavides, il suo grande amico Benedetto XV gli propose una Nunziatura Apostolica in America Latina, proprio in virtù delle sue competenze linguistiche e delle alte qualità pastorali e giuridiche. Egli, tuttavia, vi rinunciò per proseguire il proprio ministero a Roma, come semplice avvocato rotale e canonico della basilica dei Ss. Celso e Giuliano.

Originario di Bellegra, Mons. Patrizi fu un benefattore della cittadina aiutando i bisognosi e restaurando la cappella di Santa Lucia e il Sacro Ritiro di S. Francesco. Lì fondò la Confraternita dell’Addolorata, spinto da una sua particolare devozione. Pio XII lo decorò del titolo di Prelato Domestico, quale premio per una vita spesa al servizio del Pontefice e della Santa Sede.

20 Febbraio 2019