La vita lavorativa di Giuseppe Silmo si è svolta tutta in Olivetti. Prima di lui suo padre era stato assunto ai tempi di Camillo Olivetti, padre di Adriano, e da operaio era diventato capo reparto dell’officina meccanica. Giuseppe è entrato nel ’66 come venditore e ha fatto una lunga e ricca carriera che si è conclusa nel ’99. Il modello Olivetti si basava su un’organizzazione del lavoro che comprendeva un’idea di felicità collettiva che generava efficienza. Gli operai vivevano in condizioni migliori rispetto alle altre grandi fabbriche italiane: ricevevano salari più alti, vivevano in abitazioni vicino alla fabbrica che rispettavano la bellezza dell’ambiente, godevano di un’efficiente servizio sanitario. Durante le pause i dipendenti potevano servirsi delle biblioteche, ascoltare concerti, seguire dibattiti, ascoltare artisti, scrittori, disegnatori e poeti che venivano invitati perché la cultura fosse a disposizione anche di chi lavorava nei reparti produttivi. Oltre alle riprese in esterna, ci vengono aperte le porte di Spille d’Oro, l’Associazione nata in alcuni vecchi luoghi del Gruppo Olivetti che ne raccoglie gli ex dipendenti.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

10 Novembre 2019