L’anello del Pescatore di Papa Francesco

Roma, 6 maggio – Come da tradizione in tempo di Sede Vacante, nell’Aula del Sinodo sono stati annullati l’Anello del Pescatore e il Sigillo di piombo di Papa Francesco alla presenza del Camerlengo e del Collegio dei Cardinali
Un gesto simbolico che segna la fine del pontificato e l’attesa per il nuovo Papa.

L’ anello del pescatore, chiamato anche anello piscatorio (in latino Annulus piscatorius) o anello papale, è una delle insegne del pontefice, che riceve durante la messa di inizio del suo pontificato e che indossa all’anulare della mano destra.
L’anello, appositamente creato per ciascun nuovo pontefice, è detto del pescatore perché, dal XIV secolo, invece dell’immagine degli evangelisti, reca sulla sommità la figura di san Pietro mentre getta le reti dalla sua barca; solitamente, il nome del papa è inciso lungo il bordo di tale immagine. Non tutti gli anelli piscatori, però, raffigurano l’immagine dell’apostolo Pietro intento a gettare le reti in mare: alcuni anelli, infatti, recano incisioni a bassorilievo di san Pietro che tiene in mano un mazzo di due chiavi: una chiave rappresenta il potere nel regno dei cieli e l’altra rappresenta l’autorità spirituale del papato sulla terra; altri anelli, invece, recano semplicemente dei simboli cristiani, ma non raffigurano l’immagine del principe degli apostoli. L’anello del pescatore, inoltre, differisce dall’anello vescovile per solennità, per simboli, per funzioni e per essere prerogativa esclusiva del papa.
Non si sa, però, a quale epoca precisa risalga l’uso di tale insegna. La prima menzione esplicita si trova in una lettera scritta da papa Clemente IV il 7 marzo 1265 al nipote Pietro Grossi; i pontefici successivi, infatti, lo hanno usato per sigillare tutta la loro corrispondenza privata e i brevi apostolici, per mezzo della pressione dell’anello sulla ceralacca riscaldata e fusa sulla carta. Questi atti redatti dal papa, o da lui controfirmati, recavano al loro termine l’espressione sub annulo piscatoris, che faceva, dunque, esplicita menzione del suggello. Gli atti pubblici, invece, recavano un sigillo in piombo fuso sul documento stesso. Questi documenti prendevano il nome di bolla papale, dal nome del sigillo, detto bulla, che vi veniva apposto. Tale pratica di usare l’anello del pescatore per sigillare i documenti fu abbandonata nel 1842, quando la cera con il nastrino in seta impressa con l’anello del pescatore cedette il posto a un timbro con inchiostro rosso. Oggi l’anello ha un valore meramente simbolico: i pontefici lo indossano come manifestazione della loro autorità apostolica su tutta la Chiesa cattolica. È, inoltre, antica tradizione che i fedeli bacino l’anello del pescatore come gesto di omaggio nei confronti del papa, anche se questa consuetudine è stata progressivamente abbandonata sotto il pontificato di papa Francesco, principalmente per motivi igienici.
Le forme e i materiali dell’anello piscatorio sono a discrezione dei pontefici. Alcuni anelli recavano sulla sommità pietre preziose, altri erano fatti di bronzo dorato e con il castone di cristallo di rocca, oppure altri erano interamente forgiati in oro, come quello di papa Benedetto XVI e di molti dei suoi predecessori. Papa Francesco, invece, scelse di portare un anello in argento dorato.

Il sigillo all’inizio era solitamente di piombo e recava sul fronte l’immagine dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Fondatori della Chiesa di Roma, e sul retro il nome del Pontefice. Più tardi un timbro d’inchiostro sostituirà il sigillo metallico, ma questo continuerà ad essere utilizzato per i documenti di maggiore rilievo.

6 Maggio 2025

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