Domenica ore 9.20
La quinta puntata di “Buongiorno Professore”, andata in onda il 15 novembre 2015:

Difficile dire cosa sia l’ora di religione, più facile dire quello che l’ora di religione non è.

Non è catechismo. Non si tratta di condurre per mano i giovani cattolici nel loro cammino di fede vissuta, praticata, di introdurli ai sacramenti. Qui la fede non è presupposta né richiesta. Non si conosce nemmeno la fede dei giovani alunni che sono appunto degli studenti che vanno istruiti.

Non è un’ora di svago, di chiacchiera, di sociologia da bar.

C’è un’istruzione da impartire, siamo a scuola non in parrocchia né al circolo ricreativo, il “taglio” deve essere appunto scolastico, culturale. Istruzione, non “istruzioni”. La vita non si “usa”, ma si vive. Si può studiare storia dell’arte, storia della letteratura storia della filosofia, ma (almeno fino ad oggi), nella scuola italiana non si studia storia della o delle religioni, ma direttamente religione. Questo approccio culturale, non crea una distanza tra parola e vita, tra insegnamento e “impatto vitale”. L’approccio assume quindi una sfumatura teologica, ma non come teoria astratta, ma come riflessione diretta, pratica, sull’esistenza umana, intesa come mistero. Ed ecco che questa quinta lezione entra nel vivo delle grandi questioni teologiche: il mistero della Trinità e il dogma dell’Incarnazione. Ma cos’è un dogma? E come spiegare il mistero di un Dio uno e trino?

Ci aiuta nel cammino, come sempre, l’arte, e allora ecco Rublev e le sue icone, Caravaggio e la concreta, plastica fisicità dei suoi quadri. La sua carnalità come chiave di ingresso nel grande mistero dell’Incarnazione, pietra centrale nelle fondamenta del cristianesimo. E questo porta al dogma più scandaloso: la risurrezione della carne. Il cristianesimo che passa per una religione che mortifica il corpo è quella che più di tutte le altre esalta la corporeità, ricordandoci che noi umani non abbiamo un corpo, ma noi siamo un corpo.

15 Novembre 2015