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23 maggio, anniversario della strage di Capaci: non fu la prima, fu quella della consapevolezza di un intero paese. 38 anni fa una bomba spezzava la vita di Rocco Chinnici, il magistrato che fondò il pool chiamandovi Falcone e Borsellino: la strada per arrivare al maxi processo dopo la guerra di mafia dei Corleonesi. Il figlio Giovanni, avvocato, era allora un ragazzo. Il suo ricordo è testimonianza di dolore, e di un’eredità: la rettitudine, la dedizione alla giustizia, la fiducia nello Stato, anche quando è lo Stato a lasciar sole le vittime. Abbiamo assistito alla triste querelle tra un magistrato e il ministro della Giustizia, accuse infamanti, neppure esplicite, a mezzo tv. Abbiamo assistito sgomenti alla scarcerazione improvvida di alcuni boss della criminalità organizzata. Il giudice Armando Spataro ha con forza espresso la sua indignazione per questo cortocircuito tra rami della giustizia, che lascia confusii cittadini e conforta i delinquenti. Anche la giustizia in questo tempo è stata contagiata: ne parliamo con Spataro e Chinnici

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23 Maggio 2020