Padre Camillo Ripamonti presidente dell’Associazione dei gesuiti al Tg2000: “Integrazione è la cenerentola del percorso migratorio. Servono investimenti”

Roma, 25 agosto 2017. “Nell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati una delle fasi che manca a Roma è proprio l’integrazione. Nel momento in cui queste persone non hanno più diritto a stare in un centro d’accoglienza rimangono allo sbando e non avendo una casa trovano situazioni di fortuna”. Lo ha detto il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando lo sgombero dei migranti, in gran parte rifugiati, accampati in piazza Indipendenza a Roma dopo essere stati evacuati dall’ex sede di Federconsorzi e Ispra il 19 agosto scorso.
“Nella città di Roma – ha aggiunto il presidente dell’Associazione dei gesuiti – ci sono molti insediamenti informali con richiedenti asilo e rifugiati. E’ una situazione, come quella di via Curtatone, che si porta avanti da diversi anni. La maggior parte dei rifugiati sgomberati non ha un posto dove andare. Queste persone ancora una volta troveranno sistemazioni di fortuna e molto probabilmente andranno a costituire altri insediamenti informali”.
“Una volta avuto il permesso di soggiorno – ha sottolineato padre Ripamonti – un migrante ha gli stessi diritti e doveri di un cittadino italiano come ad esempio il diritto ad avere una casa”.
Per padre Ripamonti la “soluzione” è “un accompagnamento della persona di lungo respiro: dal momento di arrivo nel territorio italiano fino all’integrazione. Serve un investimento sull’integrazione che oggi è la cenerentola del percorso sull’immigrazione. Sui richiedenti asilo e rifugiati, infatti, ci siamo concentrati tantissimo sulla prima fase, quella dell’accoglienza, e poco su quella dell’integrazione”.

25 Agosto 2017