Il direttore dell’Istituto, Antonio Gioacchino Spagnolo, al Tg2000: “Non ci sono novità rispetto al Magistero, c’è continuità perfetta. Si legittima sospensione intervento non finalizzato alla guarigione”

Roma, 16 novembre 2017. “Non ci sono modifiche o novità rispetto al Magistero. C’è una continuità perfetta, a partire da Pio XII, nella quale si mette in evidenza il concetto che nessuno può essere obbligato a prolungare in modo penoso la sua vita”. Lo ha detto il direttore dell’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Antonio Gioacchino Spagnolo, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il messaggio di Papa Francesco inviato al Meeting Regionale Europeo della World Medical Association sulle questioni del fine-vita, organizzato in Vaticano.
“Il giusto desiderio del paziente e la sua capacità di sostenere l’intervento sanitario – ha aggiunto Spagnolo – devono essere tenuti in considerazione anche dal medico: il bene del paziente è anche chiedergli quale ritiene essere il suo bene e in questo senso c’è un’alleanza con il medico che si ferma là dove c’è un prolungamento della vita del paziente che non sia più finalizzato al suo benessere e alla sua salute”.
“La lettera del Papa – ha concluso Spagnolo – rappresenta una chiarificazione dei vari dubbi che spesso possono sorgere sul fatto che l’intervento terapeutico debba essere fatto là dove è proporzionato. Quindi in qualche modo si legittima il fatto che si possa sospendere un intervento non più finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo della guarigione”.

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16 Novembre 2017