A cinquanta anni dal termine dell’incarico come arcivescovo di Bologna il film ‘Secondo lo Spirito’ con immagini e audio inediti in onda su Tv2000 domenica 22 aprile in prima serata

Anteprima alla Filmoteca vaticana con l’arcivescovo di Bologna mons. Matteo Maria Zuppi,
il vescovo ausiliare emerito mons. Ernesto Vecchi, l’amministratore delegato di Tv2000 Massimo Porfiri, il direttore Paolo Ruffini e l’autore e regista del film Lorenzo K. Stanzani

Roma, 20 aprile 2018. “Tutta la cristianità deve testimoniare il Vangelo, così come Cristo lo ha predicato, nella sua integrità, purezza e genuinità. Allora guardate che non c’è schiavitù, razzismo o guerra”. Con queste parole del cardinale Giacomo Lercaro si apre il film ‘Secondo lo Spirito’ dedicato all’ex arcivescovo di Bologna, prodotto dalla LabFilm e curato dall’autore e regista Lorenzo K. Stanzani, in onda su Tv2000 domenica 22 aprile in prima serata. Il film è stato presentato e proiettato in anteprima oggi alla Filmoteca Vaticana alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Bologna mons. Matteo Maria Zuppi, il vescovo ausiliare emerito di Bologna mons. Ernesto Vecchi, l’amministratore delegato di Tv2000 Massimo Porfiri, il direttore Paolo Ruffini e l’autore e regista del film Lorenzo K. Stanzani.

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Immagini e audio inediti arricchiscono il racconto della vita del card. Lercaro che venne definito “il cardinale senza paura”. “Se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo il pane terreno?” è la frase che il card. Giacomo Lercaro fece scrivere sull’altare della cattedrale quando fu arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968. Al Concilio Vaticano II – di cui fu uno dei quattro moderatori – il cardinale Lercaro sostenne la necessità della povertà della Chiesa, guidò la riforma liturgica, promosse la collegialità fra Papa e vescovi, un mondo del lavoro solidale ed equo e un nuovo confidente rapporto fra Chiesa e mondo. Al rientro dal Concilio, insieme al suo collaboratore Giuseppe Dossetti e al coinvolgimento di tutti i fedeli, cercherà di applicare il Concilio a Bologna, ma poche settimane dopo l’omelia del 1° gennaio 1968, prima giornata mondiale della Pace nella quale Lercaro chiedeva agli Stati Uniti d’America di cessare i bombardamenti in Vietnam, riceve da Roma l’invito a dimettersi. Del cardinale Lercaro si sa e si parla poco. Eppure l’avvento di Papa Francesco testimonia come le sue idee e visioni, a partire dalla “Chiesa dei poveri”, siano ancora oggi ricche di significato per la Chiesa.

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“La pastorale del cardinale Lercaro – ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna, mons. Zuppi – i suoi anni di episcopato a Bologna sono stati straordinariamente ricchi della presenza nella città e dell’attenzione verso i poveri e alla edificazione della Chiesa. Il card. Lercaro ha costruito decine di chiese ed era un riferimento della riforma liturgica. Ancora oggi le celebrazioni, anche nei posti più sperduti della diocesi di Bologna hanno un’applicazone e una bellezza particolare che a mio parere derivano proprio dalla sensibilità del cardinale. Nelle immagini bellissime, commoventi e appassionanti del film emerge la sua immediatezza e la gioia dei suoi sentimenti verso la gente, verso i più piccoli. Emerge il suo essere padre a casa sua dove ha ospitato per tantissimi anni decine di ragazzi che ancora oggi sono chimati ‘i ragazzi di Lercaro’, anche se ormai sono diventati tutti nonni”.

“Si discute molto – ha affermato il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini – su cosa distingua la buona dalla cattiva televisione. E non c’è una formula alchemica per la buona televisione. Ma uno dei compiti che certo ha la buona televisione è quello di riannodare i fili della nostra memoria, di strapparci dalla condanna di un presente smemorato per restituirci il senso del cammino difficile che facciamo nella storia. Ecco, io credo che questo film sul cardinale Lercaro adempia appieno a questo compito. Perché con un lavoro sapiente di ricerca di materiali spesso inediti ci offre una chiave di lettura sul secolo scorso che illumina anche il nostro presente”.

“Un aspetto che mi ha particolarmente colpito – ha aggiunto l’autore e regista del film Lorenzo K. Stanzani – è stato quello della sua necessità di favorire in ogni modo, in ogni ambito, la partecipazione popolare alla vita comune; certamente lo ha fatto nella Chiesa, ma lo ha fatto anche nella città e nel mondo. Ogni volta lo faceva coi mezzi che gli erano propri, da prete coi parrocchiani, da vescovo con tutta la diocesi e da cardinale con tutto il mondo. Mi ricorda la parabola dei talenti: tanto posso, tanto devo fare. La storia del cardinale Giacomo Lercaro è stata relegata nel dimenticatoio per 50 anni. Eppure credo fermamente che il suo operato abbia ancora tanto da dare; anzi, come spesso accade si può dire che oggi è più facile comprendere la visione di Chiesa che egli manifestava allora, forse era in anticipo sui tempi, o forse altri erano in ritardo”.

20 Aprile 2018