L’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul ha provocato forti reazioni internazionali nei confronti di Riad: nel giro di poche settimane, quel Paese che riscuoteva consensi per le sue aperture in tema di diritti delle donne è diventato un problema per molti. Anche per chi ci fa affari da decenni, vendendo ai sauditi le proprie armi o comprando il loro petrolio. Casi come quello di Khashoggi non sono certamente inediti, in un regime così poco avvezzo al rispetto dei diritti umani, ma inedita è la risposta di vari Paesi: che cosa sta dunque accadendo tra l’Arabia saudita e il resto del mondo, e arriverà mai il giorno in cui i suoi cittadini – a malapena sfiorati dalle primavere arabe – potranno intravedere la democrazia? A queste e altre domande tenta di rispondere Today, l’approfondimento di Tv2000 dedicato all’attualità internazionale, in onda il prossimo giovedì 8 novembre in seconda serata

 

Dalla riapertura dei cinema alla patente di guida alle donne, negli ultimi 2 anni il principe ereditario Mohammed bin Salman ha saputo far parlare di sé, accompagnando l’operazione di immagine con un’ondata di arresti nei confronti di aristocratici, politici e uomini d’affari accusati di estorsione, corruzione e riciclaggio. Quello che non è cambiato, al di là delle apparenze, è invece il modo di gestire il dissenso, ancora vietato in un Paese che non conosce partiti politici o sindacati: lo testimoniano le storie raccolte da Reda el Mawy nel suo reportage, che raccontano di tre principi dissidenti residenti in Europa spariti all’improvviso, riportati a Riad con l’inganno e con la forza e – nel migliore dei casi – imprigionati. Uno di loro, Sultan bin Turki bin Abdulaziz, è riuscito nel corso degli anni a sporgere denuncia nei confronti di alcuni membri della famiglia reale presso un tribunale svizzero, ma il processo si è arenato sulla prescrizione per l’irreperibilità del denunciante. In studio con Andrea Sarubbi c’è la giornalista e scrittrice Francesca Caferri, inviata di Repubblica in Arabia Saudita, appena rientrata dalla Future Investment Initiative – la tre giorni dedicata agli investimenti e ribattezzata la Davos nel deserto – che quest’anno, a differenza delle passate edizioni, ha registrato parecchie defezioni proprio per il mutato clima politico nei confronti del regime.

 

6 Novembre 2018