Ospite dell’ ottava puntata del programma ‘Ave Maria’ condotto da don Marco Pozza

Roma, 3 dicembre 2018. “Mi piace pensare che c’è un rapporto che va oltre la morte, il rapporto della rinascita e io lo vedo, lo sento per quanto riguarda Gianmarco (Moratti, suo marito ndr) e lo vedo nei ragazzi di San Patrignano”. Lo dice Letizia Moratti nell’ ottava puntata del programma ‘Ave Maria’ con Papa Francesco, condotto da don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, in onda su Tv2000 martedì 4 dicembre alle ore 21.05. La Moratti racconta il suo impegno da oltre 40 anni a San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti.
“Quando arrivano a San Patrignano – aggiunge La Moratti – sono ragazzi che sono morti nell’anima. La cosa più devastante e lo dicono purtroppo tanti genitori quando parlano dei loro figli che a volte preferivano vederli morire perché la droga li distrugge nell’animo, la morte distrugge il fisico ma poi per chi crede c’è la rinascita”.

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“A San Patrignano – spiega la Moratti – vengono ragazzi che nel momento in cui vengono si sentono deboli, sono ragazzi fragili, sono dei ragazzi che hanno avuto dei percorsi di vita difficili e che fanno fatica a relazionarsi con gli altri, non si vogliono bene, non hanno stima di se stessi, quindi sono ragazzi deboli. Ma qua con l’aiuto dei loro coetanei, di ragazzi che sono più avanti in questo percorso di recupero, di rinascita dalla tossicodipendenza, ritrovano serenità, ritrovano anche una tranquillità interiore”.

Letizia Moratti nella lunga conversazione con don Marco Pozza ricorda anche il marito scomparso Gianmarco Moratti: “Quando ho conosciuto Gianmarco avevo 19 anni. Un amore che durerà per sempre. Gianmarco era profondamente buono, sapeva ascoltare e capire le persone nel loro aspetto più intimo, più profondo, forse è per questo anche che lo ha portato a San Patrignano, il fatto di non guardare solo la superficie ma guardare nell’animo delle persone. Con Gianmarco eravamo alla ricerca di qualcosa che andasse oltre il nostro, la nostra famiglia. Noi eravamo una famiglia felice, lo siamo ancora, in maniera diversa e il papà di Gianmarco ci diceva sempre che forse erano i giovani quelli da aiutare perché gli anziani, i bambini hanno più aiuti, mentre i giovani ne hanno meno. Così abbiamo iniziato a venire a San Patrignano un sabato e una domenica, un weekend poi un altro, poi un altro e poi da allora ci siamo venuti, son 40 anni che ci veniamo e io naturalmente continuo anche adesso”.
La Moratti ricorda infine la sua esperienza politica da ministro dell’Istruzione: “Da Ministro ho cercato di fare una riforma che potesse aiutare i giovani a rientrare nel percorso scolastico educativo, noi avevamo un tasso di dispersione scolastica altissimo, eravamo uno dei Paesi dell’Ocse con il maggior tasso di dispersione scolastica perché avevamo un sistema che era basato praticamente solo sul sistema dei licei e tanti giovani non hanno quel tipo di capacità di apprendimento. Io ho cercato di favorire il canale degli istituti professionali e con questo siamo riusciti in quegli anni a riportare all’interno del settore educativo formativo quasi 180 mila ragazzi. Questa per me è stata la soddisfazione più grande, mi compensava di tutte le critiche, di tutte le manifestazioni che normalmente ogni ministro dell’Istruzione si prende”.

3 Dicembre 2018