Il 30 novembre a Soul alle 20.50 Andrea Carandini, Acheologo di fama internazionale, dal 2009 al 2012 presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e attuale presidente del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano): si batte da sempre per lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Fine umorismo, sapienza e passione rare, Carandini riconosce che il nostro tempo ha perso completamente le sue radici, non ha più tradizione, non ha più memoria, ma purtroppo dal nulla nasce il nulla. Il compito dell’archeologia e del fai è custodire la memoria, perchè diventi conoscenza, opera per il presente. Una famiglia speciale, nipote del leggendario direttore del Corriere della Sera Albertini, parente lontano del conte Dracula e di Tolstoj, impegnato in politica, deluso da certa politica, capace di seguire i sogni che, da bambino, gli aprivano il mondo della storia e dei suoi segreti: anche se l’archeologia è una scienza che cerca di svelare i misteri e le leggende, e da questo punto di vista potrebbe sembra poco poetica: Schliemann scava alla ricerca di Troia cantata da Omero e la trova, “io più modestamente ho cercato la Roma di Romolo, e credo di averla trovata.”: i suoi scavi sul palatino confermano il mito, e cambiano gli schemi dei nostri libri di testo.
“Guardando lo sfacelo della Roma moderna sembra di essere alla caduta dell’Impero, senza però la speranza del Cristianesimo. Roma si sta drammaticamente perdendo, e forse bisogna darla per persa per poter sperare in una rinascita.”

Il 1 dicembre alle 20.30 a Soul Simone Moro, alpino e alpinista, E’ un campione della montagna, un atleta e un eroe: ha scalato 8 dei 13 ottomila al mondo, 4 volte in inverno, quando le possibilità di sopravvivenza si riducono al minimo. Non ama il rischio e le sfide in solitaria, per ambizione, ama la montagna. Il suo silenzio, le domande che pone, lo sguardo che da lassù si posa sulle cose, gli affetti, a Dio. I sogni non son in discesa, cita il titolo del suo ultimo libro, perchè¨ Simone arrampica e scrive, per condividere quello che vive vede e sente: la montagna non è un’esperienza individualistica. E’ solitaria, ma per diventare poi comunitaria. Non gli interessano i record, con la montagna non si fanno i soldi: si è testimoni, ma di bellezza e di umanità . Quella che ha mostrato rinunciando a salire per soccorrere un alpinista in pericolo di vita, dopo una caduta e che ha portato a spalle di notte, nella tormenta. O quella con cui ha pianto, quella volta sull’Annapurna, i due compagni di viaggio travolti da una valanga, con il cui ricordo ha tentato la lotta più difficile, continuare a vivere nonostante il dolore e le ferite.

29 Novembre 2019