Le proteste dei trattori, che da mesi invadono le capitali europee, sono il segno di un malessere profondo dell’agricoltura: oggi il settore vive di sussidi pubblici, non attira i giovani e non regge l’impatto con la globalizzazione. E quali effetti ha tutto ciò sul cibo che mangiamo? È questo il tema di Today, l’approfondimento di Tv2000 sull’attualità internazionale condotto da Andrea Sarubbi, in diretta alle 15.15 di sabato 13 aprile.

Un lavoratore su quattro nel mondo è impiegato nell’agricoltura, che però vale soltanto il 4 per cento della ricchezza mondiale. E mentre i giganti della Terra – a cominciare dalla Cina – invadono i mercati mondiali con i propri prodotti, in Europa si fatica a tenere il passo della globalizzazione. Da mesi gli agricoltori europei protestano per varie ragioni: in alcuni Paesi per le nuove misure di sostenibilità ambientale o la diminuzione dei sussidi; in altri per l’importazione di prodotti a basso costo dall’Ucraina. Il reportage di Sébastien Faure racconta le preoccupazioni dei contadini svizzeri e francesi, che non riescono a reggere la competizione con la grande distribuzione: fra prodotti provenienti dall’estero e margini di guadagno ridottissimi, il loro lavoro non basta più a mantenere le famiglie. Quello di Katja Becker, invece, pone l’accento sul dilemma degli agricoltori africani: accontentarsi di raccolti miseri, per il clima e la mancanza di tecnologie, oppure utilizzare pesticidi che in Europa sono vietati, compromettendo la propria salute? Qual è dunque il futuro dell’agricoltura in un mondo sempre più tecnologico e globalizzato? E come tutto ciò si ripercuote sul cibo che mangiamo? Approfondisce questi temi, in studio con Andrea Sarubbi, Stefano Liberti, giornalista esperto di ambiente e di cibo, che proprio a questo tema ha dedicato diverse inchieste e libri. Arricchiscono il dibattito le testimonianze da Germania, Cina e Somalia.

L’apertura della puntata è dedicata alla corsa al riarmo che sta caratterizzando l’Europa, in seguito all’acuirsi delle tensioni con la Russia per la guerra in Ucraina.

11 Aprile 2024