salomone ovada“L’unica condizione di splendore dell’essere umano è l’esilio”. Parola di Salomone Ovadia, detto “Moni”, attore, drammaturgo, cantante e filosofo, che si racconta a SOUL sabato alle 07.40 (in replica alle 20.30) su Tv2000. Intervistato da Monica Mondo, Ovadia, di origine ebraica, spiega che “l’esilio è la condizione esistenziale in cui l’uomo incontra il suo simile al di là dell’appartenenza nazionale, del passaporto, dei confini e tanto meno della retorica di Patria. Io considero il nazionalismo la più terrificante peste della storia dell’uomo”.

Nato in Bulgaria, si definisce “un uomo di teatro con una grande passione civile”. “Il buon Dio – dice – ci chiede giustizia sociale, il resto sono solo chiacchiere”. Nell’intervista ribadisce la convinzione che “la dignità sia la madre che alimenta i diritti, il riconoscimento assoluto che l’uomo riceve quando appare alla vita, e non c’è bisogno di legislazione per definirla, perché la precede e la muove”.

A colloquio con SOUL, Ovadia racconta di aver “fatto un patto quattromila anni fa: che non mi sarei mai sottomesso a un idolo e non posso neanche sottomettermi al Dio di Israele fatto idolo”. “Io non dico che Dio non esiste – prosegue – ma sono dubitante, credo che la questione posta dalle grandi religioni non è solo che l’uomo creda in Dio, ma che creda nell’uomo, impresa ben più difficile”. Per l’artista, “Dio si può solo cercare, non trovare, perché è sempre oltre”.

14 Ottobre 2015

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