“Un tappeto persiano usato dimensione approssimativa m. 2,60 x 1,40” comincia così “l’elenco degli oggetti rinvenuti nella chiesa santuario di Taclé Haimanot in Debra Libanos”. Un burocratico inventario del saccheggio ordinato dal generale Maletti nella cittadella conventuale etiopica, poche ore prima del massacro, cominciato il 21 maggio del 1937. Questo documento inedito, insieme ad altri relativi alla strage, verrà mostrato nel corso dello speciale Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in onda domani 20 maggio alle 20.45, alla vigilia dell’ottantesimo anniversario del massacro di Debre Libanos per mano fascista, in un’inchiesta storica firmata da Antonello Carvigiani, con la regia di Andrea Tramontano e a cura di Dolores Gangi. Lo speciale è condotto in studio da Nicola Ferrante, con la partecipazione di Marco Impagliazzo, storico e presidente della Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnata sui temi della cooperazione internazionale e dell’ecumenismo. Domenica 21 maggio alle 18.50, inoltre, Tv2000 riproporrà il docufilm ‘Debre Libanos’ che ha riscontrato grande successo tra gli storici, gli addetti ai lavori ma anche tra il grande pubblico.

Oltre ai raffinati tappeti (una ventina) vengono censiti e portati via preziose croci, coppe, calici, vassoi, anfore e poi, ancora, piviali, paramenti sacerdotali e per gli altari, sigilli, libri sacri, tavole scolpite. E anche quattro mitre di metallo dorato. Dalla chiesa di Mascal Biet, viene razziata una “croce in legno scolpito”, che – scrivono i militari italiani – “sarebbe caduta dal cielo in Debre Libanos, e perciò oggetto di particolare venerazione”.

Esattamente 80 anni fa, si consuma, in Etiopia la più grande strage di cristiani mai avvenuta in Africa. A compierla, i militari italiani del generale Pietro Maletti, su ordine del viceré Rodolfo Graziani. Duemila tra sacerdoti, monaci, diaconi e pellegrini ortodossi del monastero di Debre Libanos vengono fucilati perché ritenuti coinvolti, sulla base di vaghi indizi, in un attentato contro Graziani.

Oltre alla ferita inferta con l’uccisione di tanti innocenti, ce ne è un’altra. E’ quella dei beni saccheggiati nel monastero, il piu importante centro di spiritualità del cristianesimo etiopico. Oggetti sacri di incommensurabile valore economico, artistico e simbolico, di cui la comunità monastica di Debre Libanos chiede, da tempo, con forza, la restituzione come passo concreto verso la pacificazione.

Finora non era stato possibile capire con precisione quali beni fossero stati saccheggiati da Maletti. Ora, grazie ad un documento recuperato da Tv2000 si è riusciti a fare chiarezza.

L’elenco ufficiale di questi oggetti, è stato stilato da una commissione formata ad hoc e composta dal maggiore Massimo Taggi, dal capitano Spartaco Montuori e dal capitano dei carabinieri Luigi Romerio per “accertare e depositare a verbale – si legge nel documento – i valori e gli oggetti sacri di qualche importanza raccolti nelle chiese di Taclé Haimanot e di Mascal Biet”.

19 Maggio 2017

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