Sabato 5 maggio prima serata – Un rebus chiamato Celestino V e La vera storia della monaca di Monza sono le due docu-inchieste di Segreti, la serie condotta da Cesare Bocci su Tv2000 che  continua a indagare sui misteri della storia.

Un rebus chiamato Celestino V – E’ stato il primo Papa a lasciare il proprio incarico prima di morire (e per questo messo da Dante all’Inferno), non si recò mai a Roma durante i quattro mesi di pontificato, fu eletto nonostante non fosse un cardinale e al termine di uno dei conclavi più lunghi della Storia: Pietro Angeleri era un monaco eremita (da qui il nome di Pietro da Morrone), noto per la sua santità, che nell’estate 1294 aveva ormai 79 anni. La sua nomina fu chiaramente decisa per superare l’impasse tra i cardinali. Ma gli atteggiamenti e le prime decisioni di Pietro (ad esempio la volontà di essere incoronato a L’Aquila, cerimonia cui presenziò anche Dante Alighieri) rischiarono di far saltare molti equilibri all’interno della Chiesa. Le sue dimissioni, nel dicembre 1294 furono “pilotate” dal suo successore, il cardinal Caetani che subito dopo essere eletto col nome di Bonifacio VIII farà imprigionare il suo predecessore che morirà pochi mesi dopo.

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La vera storia della Monaca di Monza – 25 novembre 1607: la suora che spada alla mano tiene a bada gli uomini venuti ad arrestarla non è una donna qualunque da nessun punto di vista. E’ in convento da oltre vent’anni, è la figlia del signore di Monza e il suo nome è suor Virginia Maria de Leyva, resa famosa da Alessandro Manzoni come suor Gertrude, la Monaca di Monza dei “Promessi Sposi”. Ma quello che il Manzoni ha raccontato non è che una parte di quello che accadde in verità nel convento delle benedettine umiliate di Santa Margherita, a Monza. La vera storia della Monaca di Monza è raccontata da dieci faldoni di atti giudiziari dell’epoca contenenti svariate testimonianze e rivelazioni: dispotica e passionale, suor Virginia si innamora di Gian Paolo Osio, nobile arrogante e violento che la trascina in una spirale di colpe a causa delle quali andrà incontro al processo. Morirà a 75 anni sopravvivendo a  parenti, complici, torturatori, giudici e anche alla terribile peste del 1630 rievocata da Manzoni, ma soprattutto aprendo il suo cuore al pentimento e all’espiazione.

3 Maggio 2018

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