Domenica ore 9.20

GnagniCiao sono Francesco Gnagni e sono stagista nella redazione del programma “Buongiorno Professore”.

Quando ho iniziato (da poco) a collaborare con Tv2000 ho avuto l’opportunità di imbattermi nella realizzazione di questo programma televisivo. La prima reazione emotiva che ho avuto si è subito tradotta nel pensiero: che fortunati questi ragazzi. Dico fortunati perché guardando gli eventi da una prospettiva esterna, ovvero con l’occhio di chi, ancora qualche giorno fa, stava seduto su quei banchi (anche se universitari, sempre banchi sono), tutto assume una valenza differente. Straordinariamente differente.

Ci si rende conto di quanto meravigliosi fossero quei giorni, e di quanto incredibilmente fortunati siano i ragazzi che vivono questo tipo di esperienza scolastica: in quanto formativa, in quanto unica, in quanto fondante. Nel senso che in poche preziosissime ore verranno gettate le fondamenta di quelle che saranno le personalità di quei giovani. Perché, checché se ne dica, le nozioni che si apprendono durante l’ora di religione con molta probabilità saranno tra quelle che più di tutte resteranno indispensabili per il resto della nostra vita. Semplicemente perché non si può sfuggire alla vita. E momenti come quelli del liceo non torneranno più indietro: è lì che si incontrano i propri sentimenti, che si è carichi di speranze, di gioie, di sogni, e dove si possiede una sensibilità davvero genuina, e sproporzionatamente sincera.

L’ora di religione, al di là dei pregiudizi di chi, svuotato di ogni consistenza la svilisce senza scrupoli, è un fiore gettato tra le dure fondamenta della vita: ci insegna a non commettere errori, a capire il senso e le conseguenze dei nostri atti. Ci ricorda di portare più attenzione verso i nostri cari, di tendere la mano al prossimo, di non disperdere le nostre energie in desideri futili, ma di concentrarci bene e in profondità su ciò che davvero conta. Ci fa imparare a riconoscere noi stessi, e ad individuare la nostra strada, il nostro talento.

Perciò è importante l’ora di religione: per gli alunni, che prendendola troppo sottogamba finirebbero in realtà per sottovalutare le loro stesse vite, dando una estrema importanza alle apparenze, a come ci piace farci vedere agli altri, ma dimenticandosi dell’essenza e della consistenza delle cose. Per i genitori, che tra i mille impegni quotidiani a cui devono far fronte, si ricordano in questo modo che anche la religione può aiutare. Perché è sempre pronta a darci consigli, a sostenerci e a spingerci verso la giusta direzione, quella del nostro cuore, e non dei nostri problemi.

E infine è importante per tutti quelli che dell’ora di religione si sono del tutto dimenticati: “buongiorno professore” sta lì per ricordar loro che, malauguratamente – in senso ironico ovviamente – anche la religione esiste. E che ci si può sfogare contro di lei quanto lo si voglia, prenderla come capro espiatorio, crederci sue vittime o addebitare a lei tutte le nostre mancanze, anche quando nella pratica gioca un ruolo estremamente marginale nelle nostre vite. Perché la spiritualità fa parte delle nostre vite, e come diceva Stefano Accorsi in un quel bel film “Radio Freccia” che ha caratterizzato le nostre infanzie – questo per i più giovani, of course – “da sé stessi non si fugge, neanche quando ti chiami Eddy Merckx”.

Che dire, non me la sento di aggiungere altro. Anche perché sarà il prof. Monda durante le sue lezioni a disperdere ogni nostro dubbio. Con la controindicazione però che sarà il desiderio di conoscenza a moltiplicarsi, e questo a vostro rischio e pericolo. Scherzi a parte, sintonizzatevi su Buongiorno Professore, ne vedremo delle belle.

12 Ottobre 2015