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Viaggio Apostolico in Myanmar: Incontro con le Autorità, con la Società civile e con il Corpo Diplomatico

Esprimo viva riconoscenza per il gentile invito a visitare il Myanmar e ringrazio la Signora Consigliere di Stato per le sue cordiali parole.

Sono molto grato a tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente per rendere possibile questa visita. Sono venuto, soprattutto, a pregare con la piccola ma fervente comunità cattolica della nazione, per confermarla nella fede e incoraggiarla nella fatica di contribuire al bene del Paese. Sono molto lieto che la mia visita si realizzi dopo l’istituzione delle formali relazioni diplomatiche tra Myanmar e Santa Sede. Vorrei vedere questa decisione come segno dell’impegno della nazione a perseguire il dialogo e la cooperazione costruttiva all’interno della più grande comunità internazionale, come anche a rinnovare il tessuto della società civile.

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Viaggio Apostolico in Myanmar: Incontro con i leader religiosi del Myanmar

Prima di tutto, grazie per essere venuti. Forse avrei dovuto essere io a visitare ognuno di voi, ma siete stati generosi e mi avete risparmiato la fatica. Grazie.

Mentre parlavate, mi è venuta in mente una preghiera, una preghiera che recitiamo spesso, tratta dal Libro dei Salmi: “Com’è bello vedere i fratelli uniti”. Uniti non vuol dire uguali, l’unità non è uniformità, anche all’interno della stessa confessione. Ognuno ha i suoi valori, le sue ricchezze, e anche le sue mancanze.

Siamo tutti diversi e ogni confessione ha le sue ricchezze, le sue tradizioni, le sue ricchezze da dare, da condividere. E questo può avvenire solo se si vive in pace. E la pace si costruisce nel coro delle differenze. L’unità si realizza sempre con le differenze.

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4 Dicembre 2017