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Nell’incontro con la Diocesi di Roma, tenutosi ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Papa ha parlato dell’esito del lavoro svolto sulle malattie spirituali, messo in atto dopo l’incontro dell’anno scorso. Soffermandosi sulle “malattie, le schiavitù che ci tolgono la libertà – che hanno finito col renderci sterili”, ha parlato dei rischi dell’ipertrofia dell’individuo, invitando i rappresentanti della Chiesa di Roma ad intraprendere una nuova tappa, “in un certo senso un nuovo esodo, una nuova partenza, che rinnovi la nostra identità di popolo di Dio, senza rimpianti per ciò che dovremo lasciare”, sapendo ascoltare e interpretare il grido del popolo, facendosi interpreti dei “fenomeni sociali e culturali”.  Il fine è di trasformare le comunità in popolo, attuabile attraverso la rivoluzione della tenerezza.

In studio, insieme a Guerino Di Tora e Paolo Lojudice, vescovo ausiliari della Diocesi di Roma, abbiamo riascoltato passaggi del discorso del Papa di ieri e poi l’omelia di questa mattina a Santa Marta, in cui Bergoglio ha parlato dei Vescovi per il gregge, non per la carriera. 

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15 Maggio 2018