Giornalista di radio e carta stampata (al Giornale lo volle Indro Montanelli…), Antonio Tajani si dedica all’attività politica e si gioca la Presidenza del PE con un altro italiano, Gianni PIttella, in un set che è vetrina del rilievo del nostro paese. Da giovane movimentista al liceo a “moderato” della politica, un termine che non ritiene un’offesa, tutt’altro, Tajani crede in un’Europa unita, nonostante i venti separatisti e le lacerazioni di questi ultimi tempi: la Catalogna, i muri all’est, l’indifferenza dei più forti, che sembrano decidere le sorti comuni. Ma perché l’Europa abbia un senso e un ruolo c’è bisogno di riscoprire il suo volto, la forza delle sue radici, di cultura e di fede. Le sfide che attraversano il piccolo e antico continente possono essere un’opportunità, devono aprire, non chiudere, far osare, non deprimere, portare coraggio, non cinismo. Terrorismo, guerre mediorientali, schermaglie pericolose da un capo all’altro del mondo, che riportano fantasmi che credevano sepolti dalla storia, immigrazione, denatalità, corruzione… Che voce ha l’Europa? Quella di Merkel e Macron soltanto? Conta qualcosa, e se sì, per cosa? Perché l’Europa solo di euro non vive, le exit non aiutano chi se ne va, l’Erasmus si segue anche in Giappone e Ryan Air non basta, lo stiamo vedendo.

Monica Mondo in attesa del presidente Antonio Tajani per l’intervista a Soul

Ed è proprio con la definizione di Europa che Tajani apre l’incontro con Monica Mondo nella sede romana del Parlamento Europeo: “L’Europa è la nostra storia e la nostra identità, l’Unione Europea è uno strumento che ci ha regalato 70 anni di pace”. Una sicurezza che getta le proprie fondamenta non solo nel contesto storico, a partire dalla Battaglia delle Termopili, come ricorda il presidente, ma che trova origine anche in quelle che sono le nostre radici cristiane: “Le radici cristiane dell’Europa sono anche patrimonio di chi non è credente, sono un arricchimento una parte importante. La bandiera europea è simbolo delle nostre radici cristiane: l’azzurro è il manto della Madonna, le stelle le dodici tribù di Israele. Il cristianesimo è stato lo strumento di continuazione della nostra civiltà”.

Una civiltà, quella di oggi, che si è trovata più volte a vacillare portando l’Europa sull’orlo di divisioni “interne”. Ne sono prova i recenti avvenimenti riguardo la Brexit e la Catalogna, quest’ultima ritenuta un affare interno allo stato spagnolo: “La Catalogna è una parte della Spagna che ha una sua identità precisa ma questo non significa che questa identità debba per forza essere in contrasto con l’unità nazionale spagnola. La tradizione spagnola è quella di una monarchia con tante autonomie e la Catalogna rappresenta una forte identità per cui è giusto che ci sia una forte autonomia, non credo che nell’era della costruzione europea, della sfida globale si possa risolvere il problema scoprendo le piccole patrie con le secessioni, con le proclamazioni unilaterali d’indipendenza perché si crea soltanto confusione e non si risolvono i problemi dei cittadini”.

Una posizione convinta quella del presidente che ha prontamente condannato gli scontri violenti avvenuti nei giorni scorsi, e ribadito che “in Catalogna l’Europa non può e non deve mediare. L’Europa deve occuparsi di ciò che lo Stato non può fare. Risolvere una questione interna della Spagna è una questione che riguarda il governo spagnolo, noi possiamo solo lanciare appelli al dialogo. Il trattato dell’Unione Europea non prevede che intervenga negli affari interni degli Stati, se ci fosse una controversia tra due stati si potrebbe chiedere una mediazione da parte dell’Unione Europea ma non è questo il caso. Se l’Europa si disgrega il danno è per i cittadini”.

Nonostante il clima di tensione che pervade l’Unione Europea in questo momento, Tajani è però convinto della forza dell’Italia come elemento essenziale per il futuro dell’UE stessa: “C’è bisogno di italianità in Europa. Nell’interesse stesso dell’Europa non possiamo pensare che il futuro sia disegnato soltanto dalla Francia e dalla Germania. Se vogliamo una Europa che vada avanti l’Italia deve mettersi nel gruppo di testa per trascinare gli altri verso obiettivi più ambiziosi”.

Obiettivi indubbiamente globali, come l’incoraggiamento allo sviluppo del mercato interno attraverso il turismo, in grado di favorire la crescita economica. E come ex commissario europeo ai trasporti non poteva di certo mancare il suo pensiero circa la questione Ryanair: “Credo che con un sistema di trasporti efficace che permetta a tutti di viaggiare aiuti agevoli la reciproca conoscenza lo sviluppo del mercato interno, aiuti il turismo quindi favorisca la crescita economica. Poi però questo deve essere fatto sempre nel rispetto delle regole comunitarie, rispettando i diritti dei passeggeri, rispettando le regole della concorrenza. Però le regole del low cost in generale hanno contribuito allo sviluppo del turismo. Secondo me più voli ci sono più aeroporti ci sono e meglio è”.

Chiarezza di idee ma soprattutto di linguaggio, per questo Tajani ricorda con nostalgia gli insegnamenti di Indro Montanelli a Il Giornale: “Montanelli mi ha insegnato che quando scrivi devi dare contemporaneamente soddisfazione a chi ha istruzione e a chi non ne ha, quindi cerco sempre di essere semplice e chiaro. Essere un giornalista mi ha permesso di comunicare meglio in politica”.

(con la collaborazione di Sabrina Spagnoli)

9 Ottobre 2017