Raccontare su Tv2000 le storie delle scuole Penny Wirton è stata un’avventura speciale. Noi insegniamo la lingua italiana agli immigrati: lo facciamo gratis, senza classi, senza voti, senza burocrazie. Come se scrivere e leggere fossero acqua, pane e vino.
Penny Wirton era l’orfanello dell’omonimo romanzo di Silvio D’Arzo: un Oliver Twist nostrano. A lui io e mia moglie, Anna Luce Lenzi, entrambi appassionati di questo scrittore, ci ispirammo dieci anni fa per fondare la prima sede romana. A quel tempo non credevamo che ne sarebbero nate tante altre in ogni parte del Paese: in questo momento sono trentatré. Centinaia di persone che lavorano a fondo perduto: una diversa dall’altra, ma tutte unite dall’azione pedagogica.
Con Paolo Ruffini e Monica Mondo abbiamo voluto accendere le luci su un’Italia troppo spesso trascurata oppure vista per stereotipi: quella che, accogliendo i migranti, mette in gioco se stessa. Il luogo dell’incontro è la nostra lingua.
Italiani anche noi si svolge in dieci puntate su altrettante Penny Wirton, ognuna con un tema di riferimento: Roma (scuola), Viterbo (cura), Trebisacce (legalità), Lucca (amicizia), Forlì (patria), Udine (confine), Ferrara (futuro), Milano (radici), Bari (sud), Roma (famiglia).
Non avevo mai partecipato alla creazione di un programma televisivo, quindi mi sono messo all’opera senza conoscere il sentiero che avrei percorso. Ho scritto i testi guardando i filmati, poi li ho letti nella voce fuori campo che accompagna il telespettatore. Sin dall’inizio ho avuto chiaro quale poteva essere la guida ideale: don Lorenzo Milani. Chi sono infatti i ragazzi di Barbiana di oggi se non Mohamed, Omar, Tatiana e Fatima? Il viaggio di Italiani anche noi è punteggiato dalle sue frasi ancora profetiche, nel sogno di un’altra scuola. Accanto al priore ho immaginato la presenza dei nostri più grandi scrittori, come se fossero il tetto della casa spirituale che accoglie gli immigrati.
Un programma così è sempre il frutto di un impegno collettivo a cui partecipano tante persone, ognuna delle quali offre un contributo significativo. In questo caso, in particolare, si tratta a mio avviso di un prezioso tassello del lavoro umano che tutti siamo chiamati a svolgere in Italia e in Europa in un momento storico davvero speciale per migliorare, nel nostro piccolo, la qualità della relazione umana.