Padre Giulio Michelini, biblista e teologo, nell’appuntamento di Sulla Strada, il commento al Vangelo di TV2000, spiega il Vangelo di Luca:

“Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste”.

Dalla Chiesa di Santa Maria in Cappella nel rione Trastevere di Roma. Questa antichissima chiesa fu fondata il 25 marzo 1090 durante il pontificato di Urbano II (1088-1090) con il nome di “S.Maria ad pineam”. Nel 1391 la chiesa fu restaurata da Andreozzo Ponziani, suocero di Santa Francesca Romana, che vi costruì accanto un ospedale denominato “del Ss.Salvatore”, del quale la stessa Santa si occupava. Dopo la morte di Francesca Romana, il complesso passò in eredità alle monache di Tor de’ Specchi, le quali nel 1540 lo cedettero alla Confraternita dei Barilari, i fabbricanti di barili e mezzi barili, finchè decadde lentamente fino a quando Innocenzo X, nel 1653, ne affidò le cure ad Olimpia Maidalchini della famiglia Pamphilj, cognata del pontefice, nota anche come la “Pimpaccia”. Nel 1857 un parente della famiglia Pamphilj, Filippo Andrea Doria, fece restaurare la chiesetta dall’architetto di famiglia, Andrea Busiri Vici, il quale riportò la facciata all’aspetto medioevale, conferendole l’aspetto attuale. Il restauro ripristinò anche l’ospedale che venne destinato alle malattie croniche. Sulla destra della chiesetta è situato un piccolo campanile del primo periodo romanico, fra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, che si erge per due lati sui muri della chiesa stessa, mentre gli altri lati sono sostenuti dai pilastri di fondazione.

I disegni sono di Stefania Pedna.

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24 Giugno 2019