Il suo nome, in aramaico, significa “gemello”.

Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 11, quando Gesù decide di ritornare nella pericolosa Giudea, a Betania, dove è morto il suo amico Lazzaro, i discepoli erano titubanti ma Tommaso, obbediente anche se un po’ pessimista dice: “Andiamo anche noi a morire con lui”. È sicuro che la cosa finirà male ma non vuole abbandonare Gesù.

Credere non gli è facile, e quando all’ultima Cena (Giovanni 14), Gesù sta per andare al Getsemani dicendo che andava a preparare per tutti un posto nella casa del Padre, aggiungendo: “E del luogo dove io vado voi conoscete la via”. Tommaso obietta: “Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?”. Gesù rispondendo, riassume per lui tutto l’insegnamento: “Io sono la via, la verità e la vita”.

Ancora nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 20, l’episodio che tutti conoscono: Gesù è risorto; è apparso ai discepoli, tra i quali non c’era Tommaso. E lui, sentendo parlare di risurrezione, esige di toccare con mano. Gesù otto giorni dopo, gli dirà: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Tommaso esprimere in quel momento la sua professione di fede: «Mio Signore e mio Dio!»

Tommaso è ancora citato da Giovanni al capitolo 21 durante l’apparizione di Gesù al lago di Tiberiade. Gli Atti (capitolo 1) lo nominano dopo l’Ascensione. Poi più nulla

3 Luglio 2019