Nella seconda domenica di Quaresima percorriamo con padre Giulio Michelini il primitivo ingresso alla Basilica romana di Sant’Agnese fuori le mura, dove sui muri si possono ancora vedere i marmi con le iscrizioni che ne fanno una vera biblioteca di fede nella Resurrezione. In questa basilica antica, sorta sulle spoglie di una giovane martire dei primi secoli, padre Giulio Michelini commenta il Vangelo di questa domenica, con l’episodio della Trasfigurazione di Gesù: una narrazione profetica, perché Gesù si mostra nello splendore dell’eternità. Più che di una Trasfigurazione dovremmo piuttosto parlare di una trasformazione di Gesù negli occhi dei discepoli. Da questo momento Pietro e i suoi compagni potranno guardare al Messia in modo nuovo, anche se la loro piccolezza impedisce di comprendere appieno la portata dell’avvenimento cui sono chiamati come testimoni. Come noi, i prescelti, gli amici più cari di Cristo si beano della sua compagnia, di quella dei profeti, e chiedono di restare insieme, da soli, a godere dello splendore della grazia. Non avevano capito, e infatti sono ancora colti da timore. Per questo Gesù li invita a non parlare con nessuno di quello che avevano visto: ci vuole il Suo Spirito, per aprire la ragione e il cuore al mistero più grande della fede.

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7 Marzo 2020