Cornelio fu eletto papa nel 251 e governò la Chiesa solo per due anni; fu difeso da san Cipriano nello scisma rigorista di Novaziano, prete romano che lo accusava di cedimenti nella questione dei lapsi, cioè degli apostati caduti che ritornavano alla Chiesa senza però voler sottoporsi alla penitenza.

Dopo la peste che si abbatté sull’impero romano nel 252-254 e di cui furono accusati i cristiani per aver provocato la collera degli dèi, l’imperatore Gallo durante la persecuzione, esiliò Cornelio a Civitavecchia dove morì. Fu sepolto nelle catacombe di san Callisto a Roma.

Cipriano, nato a Cartagine verso il 210, fino ai 25 anni aveva esercitato la professione di retore e di avvocato, poi si convertì e fu battezzato nella Pasqua del 246. Morto il vescovo Donato, egli fu eletto a succedergli nella sede metropolitana di Cartagine, che aveva il primato su circa 150 vescovi. Fu coinvolto anch’egli nella disputa sui lapsi e dovette lottare contro il prete Novato (sostenitore dell’antipapa Novaziano) e contro il diacono Felicissimo (che aveva eletto come antivescovo Fortunato), i quali avevano consumato lo scisma. Cipriano riunì nel 252 il concilio di Cartagine che condannò i due, e papa Cornelio ne approvò la scomunica.

Cipriano morì durante la persecuzione di Valeriano; prima esiliato a Curubis e, dopo il ritorno a Cartagine, nuovamente processato, fu decapitato il 14 settembre 258.

16 Settembre 2019