dal lunedì al venerdì ore 15.15

“Vivo in Ucraina da oltre sei anni. Abito a Kiev, faccio il cuoco in un ristorante italiano. Quando è scoppiato l’allarme siamo scesi in un bunker che si trovava vicino casa. Lì dentro eravamo quindici persone. Quando ci sono stati i bombardamenti ho capito che la situazione era già a un punto critico. Così sono partito, sabato pomeriggio, in treno per Lviv. Poi lunedì sera ho preso un nuovo treno per Užhorod e da lì abbiamo attraversato il confine slovacco nella notte. Martedì ci siamo fermati in un centro allestito per i profughi. Siamo ripartiti mercoledì 2, direzione Vicenza. Un viaggio senza fine”.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

14 Marzo 2022