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Il sociologo per eccellenza, autore di best seller, editorialista di punta, leggendario rettore di quell’ Università di Trento culla del ’68 e poi dei primi brigatisti… Lucidissimo novantenne, multiforme per esperienze e interessi, ha anticipato tantissimi fenomeni che oggi leggono la società, dallo studio dei movimenti collettivi alla società dei consumi, dai cambiamenti dell’esperienza amorosa, letta in controluce all’ analisi della società. Alberoni afferma: “Il 68 è stato solo un revival marxista. Un movimento politico, non culturale. (…) Mi spiace per gli studenti che si sono perduti. Per Renato Curcio, che doveva fare lo studioso, per Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia. Poi è arrivato un mare di gente che parlava per slogan e voleva fare la rivoluzione…credevano di essere in America Latina. Si sono occupati la mensa che autogestivano, da soli! Non valevano nulla, erano degli sbandati. Per questo ho lasciato quell’ Università. Io sono poco accademico, sono anomalo, sempre. Ero stato accolto da loro come un leader del movimento, ma parlavo da rettore, avevo una forte autorità, e gli studenti del movimento, i primi, una forte autorevolezza. Poi è cambiato tutto”.

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9 Maggio 2018