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“Lo sport è competizione, è l’arma per emergere, per migliorarsi. Certo, però, bisogna vincere con le regole e nel rispetto dell’avversario. Per esempio, dopo un gol non si fanno balletti né selfie. Il gesto fatto da un grande giocatore come Totti, che è anche una bellissima persona, secondo me è stato sbagliato: intanto perché ha dato alla squadra avversaria la possibilità di reazione, e poi di offesa. Forse invece quella partita si poteva vincere”.

Così dice Dino Zoff, il portiere della nazionale Campione del mondo, nell’intervista a “Soul” su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it). A colloquio con Monica Mondo, Zoff parla, naturalmente, di sport (“Oggi purtroppo domina solo lo spettacolo, lo sport deve servire a migliorare l’uomo”) e di calcio (disciplina che “vive un momento difficile, sono pochi gli italiani bravi a giocare”). Ma non solo. In trenta minuti, racconta anche i sacrifici, le delusioni e gli incontri che hanno segnato il suo percorso. Ricorda la nonna che lo ha fatto crescere mangiando uova, il primo viaggio a Coverciano, il giorno in cui ha conosciuto Giovanni Paolo II, il famoso volo con Pertini, nell’82, di ritorno dalla Spagna.

Tra i pensieri più cari dell’allenatore c’è quello per l’amico Gaetano Scirea, “una persona stupenda, di autentico stile, di grande serenità. Così accessibile, così vero”. “Quella volta ai mondiali – racconta – volevamo assaporarci la vittoria, perché capita una volta sola nella vita, e ci sembrò di poterlo fare di più fumandoci una sigaretta in albergo, noi due soli, dopo un bicchiere di vino, invece di andare a festeggiare fuori con tutti gli altri”.
Di sé, Zoff, dice: “non sono così orso come i media mi descrivono, però il pudore, sì, per me è un valore, è non andare mai oltre le righe”.

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7 Marzo 2015