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È Pippo Baudo l’ospite della puntata di “SOUL” del 15 febbraio 2015. Intervistato da Monica Mondo, Baudo ripercorre le tappe più importanti della sua vita e della sua carriera rivivendo con emozione gli incontri che lo hanno segnato. Nel racconto di sé, trovano spazio riferimenti alla famiglia di origine e alla sua terra natale, la Sicilia (“il rimprovero che muovo ai miei concittadini è di non averla ancora liberata dalla mafia. Mi sono commosso moltissimo per l’elezione di Mattarella. Ma perché i siciliani, che ne sono tutti contenti, non si adeguano anche loro? C’è un lassismo pazzesco, corruzione, mafiosità onnipresenti, e sempre una rassegnazione gattopardesca, che io non accetto”).

Democristiano convinto (“Papà lo era, aveva studiato nel collegio di don Sturzo. Anch’io volevo morire democristiano, e così avverrà. Siamo tornati”) il noto anchorman racconta di aver scoperto Beppe Grillo in un piccolo cabaret di Milano (“Era molto bravo… come politico mi fa ridere, e lui lo sa. Gli voglio sempre bene ma questa roba che ha fatto in politica non la capisco proprio”) e di aver incontrato Padre Pio. “Ci andai a trovarlo con Arbore – spiega – era vecchio, portato in sedia a rotelle da un confratello; ci venne incontro, mi puntò il dito e mi disse: -Sei venuto qui perchè ci credi o per curiosità? Non me la sono sentita di mentire, e gli dissi – Per curiosità. – Allora vattene! E mi cacciò, mentre tutti quelli che avevano mentito, restarono”.

A colloquio con Tv2000, Baudo parla anche di Papa Francesco (“E’ un uomo semplice, l’incedere dei suoi scarponi mio dà un’idea di verità, di attaccamento alla terra…E’ un papa uomo!”) e di Dio. “Noi vorremmo toccare Dio – dice – perché sappiamo che esiste qualcosa sopra di noi. E invece ci è chiesto di credere. Negli ultimo tempi ho avuto un ritorno religioso. Non sono puntuale alle funzioni, ma insomma, uno che crede è anche praticante”.

Il presentatore che ha condotto per ben 13 edizioni il Festival della canzone italiana confessa a “Soul” che tornerebbe sul palco dell’Ariston “a condizione di avere le mani libere per fare un altro Sanremo”. In chiusura, una riflessione sulla felicità (“non la voglio perché poi finisce e c’è la delusione di averla persa e diventi tristissimo. Voglio la serenità, e quella ce l’ho) e sul mondo che “si sta abbrutendo”. “Si muore e si uccide con facilità – dice – quello che sta succedendo con L’Isis è tremendo. Vorrei tanto vederne la fine, non so se ci riuscirò”.

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16 Febbraio 2015