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Roma 6 giugno 2018. “Sulle pensioni d’oro se tutto va bene si recuperano 160 milioni perché su 16 milioni di pensionati la misura riguarda meno di 27 mila pensionati”. Lo ha detto il presidente del Centro studi itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Il professor Brambilla ha collaborato alla stesura del programma della Lega relativo alla previdenza, conosciuto ormai come Quota100.
“Da questi numeri – ha aggiunto Brambilla – forse è il caso che ci occupiamo di povertà educativa sociale, educazione dei minori o contrasto della dispersione scolastica. Quello che non mi fa stare in accordo con alcuni punti di questo programma sono proprio queste cose: tagli la pensione a quelli che la prendono alta, perché? Perché pensi che l’abbiano rubata? E quegli altri 8 milioni che prendono la pensione senza aver mai pagato un contributo gliela lasciamo? La morale e l’etica devono entrare anche in queste cose. Una volta fatto il taglio delle pensioni d’oro si ritroveranno e perderanno su tantissimi ricorsi”.
La riforma Fornero ha irrigidito i due canali di uscita dal mondo del lavoro: prevede infatti, dal 2019, la pensione a 67 anni o con 43 di contributi. Due punti da cancellare secondo il nuovo governo. Il professor Brambilla che ha collaborato alla stesura del programma della Lega relativo alla previdenza, ha spiegato che “la Quota 100 prevede che per coloro che hanno 64 anni di età e 36 anni di contributi, con una serie di paletti, due anni massimo di contribuzione figurativa, possono andare in pensione, oppure altro canale, con 41 anni e mezzo di anzianità contributiva si può andare in pensione. Non è possibile immaginare di andare in pensione oggi a 60 anni quando l’aspettativa di vita media è di circa 84 anni, quindi non riusciremmo ad avere le risorse necessarie per poter andare in pensione in età giovane”.

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6 Giugno 2018

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