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L’attacco improvviso Usa alla basa siriana muove in pratica tutto lo scenario geopolitico. Crea un cortocircuito, nuovo, fra Ankara e Mosca. La Turchia, come avete sentito, ha reagito positivamente all’azione militare di Washington e fonti vicine alla presidenza della Repubblica turca parlano di un Erdogan «soddisfatto». Inoltre il ministro degli Esteri turco Cavusoglu ha detto di aver chiesto un incontro all’omologo russo Sergey Lavrov per parlare di un possibile governo di transizione da insediare in Siria che non veda coinvolto il presidente Bashar al Assad. Lo scacchiere siriano diviene dunque sempre più complesso e difficile da gestire, ma per comprendere le diverse posizioni in campo: dalle ragioni americane a quelle russe, Federico Plotti ha sentito alcuni esperti che ci chiarisco alcuni aspetti.

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7 Aprile 2017

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