BertinottiRoma, 21 settembre 2015 – “L’immagine della famiglia di Fidel Castro davanti a Papa Francesco è una rottura rivoluzionaria. Si può dire che Fidel dismette la divisa e indossa i panni della famiglia”. Lo ha detto il presidente emerito della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, intervenuto al ‘Diario di Papa Francesco’ su Tv2000 in occasione del viaggio apostolico del Pontefice a Cuba e negli Stati Uniti.

“La moglie di Fidel  – ha aggiunto Bertinotti – che oggi sta dietro e si vede, ieri stava sempre dietro il comandante ma non si vedeva. Questa apparizione della moglie e degli affetti famigliari sono una rottura rivoluzionaria. Fidel riceve il messaggio del Papa e sta davanti a lui come persona”. L’altro elemento di rottura rivoluzionaria di Fidel è “dismettere i segni della potenza e indossare quelli della fragilità. Davanti al Papa c’è un uomo vecchio, porta la dignità della persona, Fidel ha dismesso la cattedra e l’autorità e oggi si presenta nudo nella sua umanità nei confronti del Pontefice”. “Questa sua umanità tuttavia – ha spiegato Bertinotti – è un messaggio politico. E’ come se Fidel dicesse: ‘Risorgeremo. Io sono tornato ad essere nudo per annunciare che il mondo in cui sono asceso è stato sconfitto ma non è finito’. Questo è il messaggio. E’ il mondo delle uguaglianze interpretato dalla rivoluzione”.
L’incontro tra Bergoglio e Fidel Castro è “emozionante” perché “il Pontefice conferma il suo fascino, la grande capacità di attrazione, l’enorme curiosità per la persona” mentre “da parte di Fidel c’è un tratto di grandissima novità: chiunque abbia in mente Fidel Castro lo ricorda con la divisa verde, in pieno assetto militare (un guerrigliero, non un uomo dell’esercito) che scende dalla gradinata per portarsi alla Plaza de la Revolucion ed essere festeggiato dal suo popolo immenso. Un’immagine di potenza che del resto era la proiezione della rivoluzione. Un uomo con tutte maiuscole”. Dall’incontro con Papa Francesco emerge “un uomo con tutte minuscole. Ci è stata fatta osservare la famiglia: la caratteristica del comandante in capo è di essere solo, un leader tutto politico, non c’è spazio per sentimenti, affetti, emozioni è come se fosse trattenuto in una corazza richiesta dal suo ruolo pubblico, espressione non di qualche umanità ma della rivoluzione. E’ l’uomo che con la sua prestanza fisica rappresenta la rivoluzione in cammino”.

21 Settembre 2015