Il segretario generale della Cgil a Tv2000 ospite del programma ‘Benedetta economia’: “Il lavoro schiavista è purtroppo tornato di attualità. La politica ha consegnato alle imprese il potere di licenziare”

Susanna Camusso e la conduttrice Eugenia Scotti

Roma, 27 ottobre 2017. “Credo che l’errore più grosso del sindacato sia stato aver immaginato che la precarietà fosse un fatto transitorio, che saremmo tornati dentro un mercato di lavoro tradizionali, con i rapporti di lavoro a tempo indeterminato”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ospite della prima puntata del programma di Tv2000 ‘Benedetta economia’ in onda domenica 29 ottobre alle ore 19.

Il nuovo programma dell’emittente della Cei, 8 puntate condotte da Eugenia Scotti, cerca l’alternativa alla ‘economia dell’esclusione e dell’iniquità’ condannata da Papa Francesco nella esortazione apostolica ’Evangelii Gaudium’. Il programma è realizzato in collaborazione con la Scuola di Economia Civile e vede la partecipazione diretta dell’economista Luigino Bruni, tra i fondatori della Sec, che in studio si confronta con protagonisti dell’ economia, del sindacato, della finanza.

Il leader della Cgil, nell’anticipazione di Tv2000, si confronta con l’economista Luigino Bruni, sottolineando che “il lavoro può essere lavoro sfruttato, può essere lavoro schiavizzato, può essere lavoro precario. E il lavoro schiavista è purtroppo tornato di grande attualità. Invece il lavoro si organizza, conquista i suoi diritti. Quella idea di libertà che c’è nel lavoro si realizza se appunto il lavoro è forte ed è difeso, ha dei diritti, e può esercitare le sue ragioni”.

“Il patto fra i lavoratori”, ha ribadito la Camusso, è stato “volutamente rotto. Abbiamo passato 20 anni in cui ci hanno spiegato che se si cancellava l’articolo 18, sarebbero arrivate flotte di investitori e tutti avrebbero trovato lavoro. Non è successo nulla di tutto questo. Si è solo licenziato di più e peggio di quando c’erano le tutele”.

Per la Camusso c’è una sfida “fondamentale: noi non possiamo continuare a essere nella condizione in cui prima c’è tutto, poi ci sono i salari dei lavoratori. Aumentare i salari è una delle condizioni per mettere in moto un circolo positivo dell’economia”.

“C’è una responsabilità della politica – ha concluso la Camusso – Siamo passati da un modello in cui licenziare era una cosa che costava, dove convenivano gli ammortizzatori, conveniva avere dei processi che permettevano alle persone di riorganizzare una impresa. Adesso la cosa che costa meno è licenziare. Costa di più fare un contratto di solidarietà o attivare una cassa di integrazione. È una gravissima responsabilità: si consegna alle imprese il potere di licenziare”.

27 Ottobre 2017