E’ una cassa di risparmio modello che insegna come gestire i soldi e dà accesso al credito anche a chi ha pochi soldi

Roma, 18 aprile 2018. In Centrafrica esiste una banca della speranza che aiuta i contadini poveri. Una storia di buona economia raccontata nel reportage dell’inviato Maurizio Di Schino per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Un uomo arriva, porta pochi soldi – quello che è riuscito a risparmiare – e li affida alla Cassa di Risparmio e di credito di Bozoum, nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana. Può sembrare un gesto normale. Da queste parti, invece, è un gesto innovativo innescato in una realtà rurale dove nel 2007 è stato altrettanto innovativo creare una banca. L’istituto si chiama Cassa di risparmio e di credito di Bozoum. È l’unica banca nel nord-ovest del Centrafrica e da 11 anni rappresenta anche l’unico polmone che sostiene il respiro economico di contadini e famiglie. Nel 1800, in Europa furono i parroci di campagna a creare i primi embrioni di Casse rurali per sostenere l’economia dei contadini poveri secondo il principio della mutualità. Nel ventunesimo secolo, in Centrafrica è stata l’ispirazione cattolica di un 
missionario Carmelitano, padre Aurelio Gazzera, a proporre una banca con un modello di responsabilità solidale che insegnasse a gestire i risparmi e desse accesso al credito anche a chi ha pochi soldi.
“Abbiamo intuito  – ha raccontato Padre Aurelio Gazzera, missionario Carmelitano nella Repubblica Centrafricana – che c’erano un po’ di soldi in giro che però non potevano essere messi in sicurezza e non potevano poi essere investiti. Abbiamo avuto alcuni aiuti soprattutto per la formazione e piano piano questa Cassa è cresciuta. Adesso sono 6 sportelli in tutta la regione. E ci sono 3700 aderenti. Ci siamo accorti che c’è la voglia di risparmiare, di avere qualcosa, di prevedere il futuro. E questo tra l’altro è anche bello perché è un’iniziativa che va un po’ al di là di quello che è il clichè dell’Africa, che bisogna aiutare, che non ha soldi, che non c’è questo, non c’è quell’altro”.
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18 Aprile 2018