Il regista del film sul Papa parla del suo dialogo con Francesco: “La scelta del Pontefice sta incontrando molte resistenze. È una radicale come San Francesco d’Assisi. Mi sento un cristiano ecumenico”

Roma, 4 ottobre 2018. “Sulla questione della pedofilia la posizione di Papa Francesco, sia quando ha fatto l’intervista che anche oggi è sempre tolleranza zero”. Lo ha detto Wim Wenders, regista del film ‘Papa Francesco – Un uomo di parola’, in un’intervista a Tv2000, ospite del programma Effetto notte condotto da Fabio Falzone, in onda venerdì 5 ottobre alle 23.20.
“Il Papa non vuole altro – ha proseguito il regista – Capisce l’ampiezza del problema, le ingiustizie che hanno patito le vittime, che tipo di crimine terribile sia. La Chiesa è accanto alle vittime: è un’altra posizione radicale e certo la sua scelta sta incontrando molte resistenze. È normale, lo ha detto anche a me, anche se nel film questo non c’è. Se non si incontrano resistenze il rischio è di non cambiare nulla. Una parte della Chiesa oppone resistenza, ha paura di questa tolleranza zero e di questa ricerca di trasparenza”.
Wenders nell’intervista a Tv2000 riconosce in Papa Francesco molti aspetti di San Francesco d’Assisi: “Nel tredicesimo secolo l’uomo che si chiamava Francesco era considerato un radicale ma la sola cosa radicale era il suo modo di seguire il Vangelo. Quindi aveva scelto di seguire Cristo in maniera radicale. Per un Papa scegliere di chiamarsi Francesco nel 21esimo secolo, 800 anni dopo, di sicuro vuole dire stabilire in maniera chiara un programma in termini di tutela dell’ambiente, cura della gente, attenzione alla povertà, ma anche attenzione al dialogo tra le religioni. Papa Francesco ha fatto tutto questo senza avere paura, persino in qualche caso rischiando la vita, possiamo davvero dire che Papa Francesco è stato un radicale come Francesco di Assisi 800 anni fa”.
“La mia fede – ha concluso Wenders a microfoni di Tv2000 – non è solo una possibilità. Sono un credente anche se non sono cattolico. Sono protestante, ho lasciato la Chiesa cattolica nel 1968 quando ero uno studente socialista ma nel tempo sono tornato a quello che avevo conosciuto da ragazzo e oggi ho molti amici tra i francescani, i gesuiti, i protestanti e mi sento un cristiano ecumenico. So che è una classificazione che non esiste ma io sono un rappresentato di tutto questo, ed è quello in cui credo davvero”.

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4 Ottobre 2018