In anteprima su Vatican Insider l’intervista dell’arcivescovo maggiore di Kiev al programma di Tv2000 “Soul”: «Il popolo ucraino il più grande gruppo della resistenza al regime sovietico». «Jorge Mario Bergoglio è stato il mio maestro»

Roma, 22 novembre 2018. «Una terra di scontro» tra Mosca e Costantinopoli. È divenuta questo l’Ucraina, già segnata nella storia passata e presente da rivoluzioni, guerre e carestie (proprio quest’anno ricorrono gli 85 anni del drammatico Holodomor), secondo il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč: «una terra di scontro tra due grandi centri del cristianesimo» ortodosso, il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca protagonisti di un duro conflitto per la questione della concessione dell’autocefalia. L’ arcivescovo è ospite di Soul, il programma-intervista di Tv2000 condotto da Monica Mondo in onda domenica 25 novembre alle 20.30 su Tv2000 e alle 19.30 su InBlu Radio.
“Noi siamo vittima dell’aggressione militare della Federazione Russa – ha detto l’arcivescovo – e questa guerra ha causato veramente una catastrofe umanitaria in Europa, più grande e dolorosa della Seconda Guerra Mondiale. Nessuno ricorda che l’Europa è in guerra, non tutti capiscono che la guerra in Ucraina è una guerra in Europa”.

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“Spesso non ci si accorge – ha proseguito Sua Beatitudine Shevchuk – che l’Europa è più grande dell’Unione europea, il continente europeo non finisce nei confini della Comunità Schengen. È un grande continente che deve riscoprire la propria identità e non vivere secondo la mentalità riduttiva del concetto di Europa”.
“Siamo appena usciti dalla persecuzione – ha ricordato l’arcivescovo – Nei tempi sovietici siamo stati la Chiesa più grande perseguitata del XX° secolo perché, come si sa, l’impero sovietico, l’impero comunista, è stato un grande impero ateo. Il nostro popolo è stato il gruppo più grande della resistenza contro il regime ateo. Perciò quando è caduto questo impero del male siamo riemersi dalle catacombe, così come ai tempi di Costantino quando la Chiesa è uscita dalla persecuzione”.
L’arcivescovo Shevchuk ha ricordato l’incontro in Argentina con l’allora arcivescovo di Buenos Aires, il card. Bergoglio: “Sono stato vescovo ausiliare della eparchia ucraina in Argentina, a Buenos Aires e in quel momento avevo un buon maestro, l’arcivescovo di Buenos Aires di allora, il cardinale Jorge Maria Bergoglio. Proprio lui mi aveva spiegato cosa vuol dire essere orientale e cattolico nella cultura latino americana perché, ovviamente, queste categorie, orientale e occidentale, sono europee. Lui è stato un maestro, mi ha aiutato ad essere un buon pastore per il mio popolo”.
“Il momento della rivoluzione della dignità conosciuto come Maidan – ha concluso l’arcivescovo – è stata una reazione contro la rinascita del totalitarismo, della corruzione. È stata una protesta contro un movimento del ritorno al passato sovietico. È cominciata come una protesta ma poi è diventata una rivelazione della società civile che ha fatto morire la società post-sovietica. In questa piazza abbiamo visto una grande manifestazione di solidarietà tra diversi gruppi etnici, chiese e religioni e tutti pregavano assieme. Devo dire che nei giorni del Maidan non si percepiva questa divisione tra cristiani, ma quando è finito tutto l’Ucraina è diventata una terra di scontro tra due grandi centri del cristianesimo, quello di Costantinopoli e di Mosca. Proprio per questo la Chiesa unita con Mosca è stata usata come strumento per scopi politici”.

22 Novembre 2018