Il Capo della Polizia ospite del programma ‘Soul’: “Da giovane sono stato un militante della Democrazia cristiana. Ho avuto la fortuna di non avere mai avuto a che fare con l’amministrazione ma solo con gli aspetti più ideali di questa militanza”

Roma, 17 maggio 2019. “Le nostre forze di polizia nel loro complesso sono forze di Polizia sane, sinceramente e profondamente democratiche”. Lo ha detto il capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, lo scorso 6 maggio, in un’intervista a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000, in onda sabato 18 maggio alle ore 20.45.
“A volte – ha aggiunto Gabrielli – anche noi pecchiamo di autoreferenzialità, anche noi a volte facciamo errori. Come sottolineo spesso, chi delinque, chi sbaglia vestendo una divisa, lo fa due volte. Lo fa come cittadino e lo fa anche perché i cittadini ripongono in quella divisa un’aspettativa. C’è un patrimonio di credibilità, quindi un tradimento più grave”.
“Più il reato è targettizzato – ha proseguito Gabrielli nella lunga intervista a Tv2000 – nel senso si rivolge a un target definito, meno produce un effetto di paura diffusa. Tanto il reato è in qualche modo non targettizzato tanto maggiore è la ricaduta. L’esempio lo possiamo trarre anche dalle vicende del terrorismo. Noi siamo un Paese che ha vissuto una stagione di terrorismo interno molto significativa, ma le paure che derivavano da quel tipo di terrorismo (soprattutto quello di matrice marxista-leninista, che era un terrorismo molto targettizzato) ponevano gli altri in una condizione sì di una preoccupazione generica ma non di una preoccupazione specifica. Oggi l’obbiettivo può essere chiunque, il frequentatore di un teatro, di una metropolitana”.

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Gabrielli ha poi rivelato la sua passione per la politica fin da giovane: “Ho avuto la fortuna, al contrario di alcuni miei colleghi, di incontrare la politica all’inizio del mio percorso. Dall’età di 14 anni fino ai 23 anni, finché non sono entrato in polizia, che era la passione della mia vita, ho militato nel movimento giovanile della Democrazia Cristiana ed è stata una delle esperienze più formative della mia vita e tra l’altro ho avuto la fortuna di non avere mai a che fare con l’amministrazione ma soltanto con gli aspetti più ideali di questa militanza. Per me la politica è qualcosa che ha sempre albergato nella mia mente e poi, in qualche modo, mi è stata compagna e anche utile nell’esperienza di poliziotto. Quindi, da questo punto di vista, non ho mai immaginato che la politica appartenesse a una sfera negativa”.
Fare il funzionario dello Stato, ha concluso Gabrielli a Tv2000, “ti garantisce quella libertà che alcuni in maniera superficiale potrebbero ritenere non propria perché sei un funzionario quindi dipendi da un potere politico, da un governo. Ma quando si interpreta il proprio ruolo come soggetti alla legge, come soggetti alle regole alle quali deve sottostare il funzionario, ma deve sottostare anche la politica, alla fine ti fornisce quella libertà che magari un certo tipo di compromesso a cui molto spesso il politico è chiamato, alla ricerca del consenso, non sempre può avere”.

17 Maggio 2019