Valerio Massimo Manfredi, autore di best seller, capace di divulgare la storia senza mai banalizzarla, forte di una solida formazione storica e archeologica. Mezza vita l’ha passata a cercare tracce del passato in scavi prestigiosi dall’Oriente al Sud America, come Indiana Jones. L’altra mezza a insegnare in università, a condurre programmi di successo in tv, a scrivere romanzi. L’ultimo, Quinto comandamento, appena uscito da Mondadori, è una storia diversa; il protagonista non è un eroe antico. È un guerriero moderno, che combatte per salvare uomini inermi nella terribile guerra civile che sconvolse il Congo negli anni ‘60. Che combatte per difendere i diritti degli Indios in Amazzonia. È un sacerdote, che esiste davvero, e dalle cui imprese Manfredi è stato affascinato. Bisognava raccontare l’audacia, lo sprezzo del pericolo, l’autorità, di questo saveriano veneto capace di farsi riconoscere i gradi di colonnello e salvare con un commando di mercenari migliaia di preti e suore ostaggio dei ribelli. Qualche volta, sul Quinto comandamento, “non uccidere”, si possono fare eccezioni? Con Manfredi si parla poi di lingua italiana e di comunicazione social e soprattutto della storia, sempre più trascurata eppure necessaria per costruire il futuro e capire il presente.

Angelo Pansa, un prete combattente che ha strappato alla morte e alla tortura centinaia tra sacerdoti, suore, uomini, donne e bambini: questa è la storia di Padre Angelo Pansa, missionario saveriano, veneto terragno, cresciuto in una famiglia numerosa, povera, di solidi valori e grande fede. Negli anni ’60, durante la guerra civile in Congo, dove svolgeva il suo ministero, gli viene chiesto di andare a salvare tanti confratelli sequestrati dai ribelli Simba, noti per la loro ferocia. Si credeva che i bianchi fossero in Congo per aprire la strada a una nuova colonizzazione quando invece, da cristiani e attraverso la convivenza, volevano aiutare la popolazione ed obbedire al comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”. Padre Angelo Pansa si mette alla guida di un gruppo di mercenari, il “Quinto Commando”, con una finalità speciale: non scovare ed uccidere i ribelli, ma liberare gli ostaggi in immediato pericolo di vita. “Le nostre spedizioni dovevano essere rapide, improvvise e decise. Dovevamo andare lì ed agire con freddezza” ricorda, coscienti che “quando ci si trova in situazioni estreme, bisogna essere disposti a dare la propria vita per l’altro”. La sua impresa riesce, più e più volte, ma ancora ricorda con angoscia i massacri, le violenze a cui ha assistito. Il sacerdote racconta della sua esperienza non solo in Africa, dove ha rischiato la vita, e si è fatto molti nemici, nel potere governativo ed ecclesiale. Ma anche di come, spedito in Amazzonia per evitargli la morte, ha raccolto prove contro i fazenderos che avvelenavano i campi degli indios per scopi economici, aprendo così un processo contro il governo brasiliano. Da solo, di notte, braccato dai cani, a cercare le prove dei veleni nelle fazendas trasformate in fabbriche di diossina…da cui rimane intossicato, finendo in coma per un mese. Don Angelo ha le idee chiare, non arretra mai: anche l’obbedienza ai propri superiori passa in secondo piano davanti alla giustizia e alla propria coscienza. Ha un’idea chiara della battaglia, che è altra cosa dalla guerra, che è sempre pianificata con l’obbiettivo di distruggere il nemico. Sarebbe ancora pronto, a 86 anni, ad imbracciare le armi e partire per andare a salvare i fratelli cristiani che oggi sono in trappola all’interno di Siria ed Iraq. Ribadisce che si può accettare la violenza nei propri confronti rinunciando ai diritti di difesa, ma quando si vede un innocente incapace di difendersi e minacciato di morte, si ha il dovere di intervenire. Mai avrebbe immaginato di diventare il protagonista dell’ultimo romanzo di uno scrittore e storico di fama, Valerio Massimo Manfredi: anziché Achille o Alessandro Magno, è proprio lui l’eroe contemporaneo da raccontare, in un libro che si divora, increduli che la sua storia ancora non sia diventata un film, e lui un pluridecorato da ascoltare incantati, e commossi per il suo coraggio e la sua fede.

12 Luglio 2019